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Società quotate nell’indice SMI: risultati semestrali contrastati

(Keystone-ATS) Risultati semestrali contrastati per le società quotate nell’indice SMI dei titoli guida. Una metà è riuscita a migliorare gli utili, il resto ha invece subito una flessione.

Tranne il gruppo basilese del lusso Richemont, tutte le imprese del listino principale hanno già rivelato il bilancio del primo semestre dell’esercizio corrente. Il periodo contabile per Richemont termina a fine settembre. Dieci gruppi hanno annunciato un incremento, nove una riduzione.

Numerose aziende hanno segnato una contrazione sulla scia di fattori straordinari. Tutte hanno continuato a risentire delle oscillazioni dei cambi. La maggior parte dei gruppi ha ben resistito al degrado della congiuntura in Europa. Tale capacità di resistenza riflette la presenza globale, in particolare l’apporto dei mercati emergenti.

Fra le società che hanno conosciuto un semestre difficile figurano, in particolare, i due giganti bancari elvetici. UBS ha annunciato un utile netto di 1,25 miliardi di franchi, molto meno rispetto ai 2,82 miliardi dei primi sei mesi del 2011. Oltre alla minore attività della clientela, sul bilancio del secondo trimestre ha inciso in particolare la panne al Nasdaq in occasione della quotazione di Facebook.

Non è certo migliore la situazione del Credit Suisse. Dopo un piccolo utile nel primo trimestre (44 milioni), i risultati sono cresciuti tra aprile e giugno. Il semestre è terminato con un utile in calo del 56% a 832 milioni di franchi.

Profitti in discesa anche per Roche: per i primi sei mesi è stato indicato un arretramento del 17% a 4,37 miliardi di franchi. Roche ha dovuto sostenere oneri straordinari in vista della chiusura del sito americano di Nutley.

Novartis ha fatto un po’ meglio: il gruppo basilese ha subito una contrazione del risultato netto del 9% a 5,1 miliardi di dollari. Le società farmaceutiche sono state frenate dagli sforzi di risparmi nel settore sanitario.

ABB, che pure stila i rendiconti in dollari, ha subito le conseguenze dell’indebolimento della valuta americana soprattutto rispetto all’euro. L’utile netto è sceso da 1,62 miliardi a 1,39 miliardi di dollari. Nel bilancio semestrale si rispecchiano i costi per l’acquisizione del gruppo americano Thomas & Betts.

Nonostante il calo dei risultati, le società riunite nel listino principale hanno chiuso in positivo i primi sei mesi, tranne una: Transocean, attiva nelle trivellazioni offshore, ha annunciato un rosso di 285 milioni di dollari a causa degli accantonamenti legati al disastro ecologico della “Deepwater Horizon” nel Golfo del Messico.

Fra i valori guida si è messo in evidenza Swatch Group: il maggiore gruppo orologiero mondiale ha comunicato di avere realizzato un utile di 724 milioni di franchi, un quarto in più del primo semestre 2011.

Malgrado un contraccolpo nel secondo trimestre, anche il riassicuratore Swiss Re è riuscito ad incrementare i risultati: l’utile è quadruplicato salendo a 1,22 miliardi di dollari. Givaudan, leader mondiale nel campo dei profumi e degli aromi, ha registrato un risultato netto in crescita del 68% a 201 milioni.

Anche la banca Julius Bär figura tra i vincenti. Il risultato netto è salito di un quinto a 175,7 milioni. In tale gruppo figurano inoltre l’impresa agrochimica Syngenta, la società di certificazione e ispezione SGS, il gigante alimentare Nestlé, la compagnia assicurativa Zurich, Holcim, Geberit e Actelion. Flessioni invece per Swisscom e Adecco.

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