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Somalia: ucciso capo Al Qaida per Africa orientale

(Keystone-ATS) Il capo di Al Qaida in tutta l’Africa orientale, l’uomo che progettò le stragi alle ambasciate americane di Dar es-Salaam e Nairobi e che finanziava e addestrava i combattenti estremisti somali Shabaab, è stato ucciso a Mogadiscio casualmente, in una sparatoria ad un posto di blocco dagli uomini della sicurezza somala.

La morte di Fazul Abdullah Mohammed, 39 anni, di nazionalità comoriana, ha provocato la reazione della segretaria di Stato Hillary Clinton, in visita nella regione, che l’ha definita “un colpo importante” sofferto da Al Qaida e dai suoi alleati in Africa orientale. La notizia è stata data oggi dalle autorità somale, confermando quanto dichiarato nei giorni scorsi dagli stessi Shabaab. E anche i residui dubbi sull’identità del cadavere sono stati cancellati dall’esame sul suo DNA compiuto dagli americani.

La morte risale alla notte fra martedì e mercoledì, verso le 02:00 ad un posto di blocco dei militari in un quartiere periferico della capitale somala. A bordo di un pick-up blindato con un altro uomo, ha cercato di reagire, ma è stato crivellato di colpi insieme al suo passeggero. “I nostri uomini hanno sparato sui due uomini che si sono rifiutati di fermarsi allo sbarramento. Hanno cercato di difendersi quando erano accerchiati”. Su di loro sono stati trovati documenti d’identità. Il passeggero è stato identificato inizialmente come Ali Dere dalla polizia somala, poi corretto in Mohammed Dere, di nazionalità keniana. Quanto a Mohammed, aveva con sè, fa sapere la polizia somala, un passaporto sudafricano a nome di Daniel Robinson.

Lì per lì nessuno si è accorto che si trattasse di Fazul Mohammed. Poi gli Shabaab non hanno fatto recapitare la loro comunicazione. “Uno dei due uomini uccisi è Fazul Abdullah Mohammed, che Dio benedica la sua anima. Lui è morto, ma vive ancora per i migliaia di mujaheddin che continuano a combattere i nemici dell’Islam”, ha dichiarato un portavoce della guerriglia islamica. Le foto scattate al cadavere riverso sull’asfalto, dice la polizia, è molto somigliante allo scatto segnaletico del terrorista comoriano.

Nato nel 1972 a Moroni, nelle isole Comore, Fazul Mohammed ha avuto un’infanzia normale: giocava a calcio, amava il kung-fu ed era appassionato di Michael Jackson, del quale eseguiva i passi di danza del “moon walk”. La conversione è avvenuta a 16 anni, quando divenne allievo del predicatore salafita Soidiki M’Bapandza. Nel 1990 andò in Pakistan per studiare medicina, che abbandonò presto per divenire mujaheddin in Afghanistan. Dopo una prima azione per Al Qaida nel 1993, dedicò anni alla preparazione delle due stragi di Dar es-Salaam e Nairobi, del luglio 1998 (224 morti in totale). Parcheggiò lui stesso il furgone-bomba che distrusse l’ambasciata statunitense nella capitale del Kenya.

Nel 2002 gli fu affidata la direzione delle attività in Africa orientale ed ebbe un ruolo fondamentale nell’organizzare, finanziare e addestrare gli shabaab, che controllano ampie fette del territorio somalo. A loro erano destinate le medicine, le attrezzature e i 40.000 dollari in contanti che trasportava nel pick-up sul quale mercoledì notte è rimasto ucciso

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