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Sommaruga a tutto campo, migranti, sicurezza, Europa

Simonetta Sommaruga KEYSTONE/MANUEL LOPEZ sda-ats

(Keystone-ATS) La situazione dei migranti a Como “è difficile da sopportare”: lo ha detto la consigliera federale e ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga in un incontro oggi con i media a Berna in cui ha parlato a tutto campo: asilo, sicurezza, Europa.

“In Europa non dovrebbero esistere condizioni simili a quella di Como”. Molti migranti non vogliono presentare una domanda d’asilo in Svizzera, ma solo attraversare il Paese per recarsi in altri Stati, in Germania o più a Nord, ha aggiunto Sommaruga, ma il nostro Paese non vuole diventare una via di transito. Per questioni di sicurezza dobbiamo poter registrare chiunque entri in Svizzera, specialmente nell’attuale contesto. “Dobbiamo sapere chi si trova qui da noi”.

Se molti intendono proseguire nel loro viaggio dipende anche dal fatto che l’Italia è diventata un “partner affidabile” di Dublino e oggi sempre più richiedenti asilo vengono registrati nella Penisola, dove il sistema è migliorato rispetto a un anno fa. Essi sanno quindi che sono respinti dalla Svizzera, ma hanno tutti diritto a un iter corretto, qui da noi o altrove. Il sistema Dublino non prevede che i migranti possano scegliere il Paese dove chiedere asilo.

La Germania applica il sistema Dublino in modo meno efficace: i casi non sono trattati in modo prioritario; le vie legali sono più lunghe e le pratiche si accumulano. Inoltre, ha proseguito Sommaruga, gli eritrei sono spesso riconosciuti quali rifugiati, mentre in Svizzera godono di permessi temporanei.

Il fatto che chi fugge dal suo Paese per cercare asilo possa andare in una nazione dove ritiene di aver le migliori possibilità di successo non può essere la soluzione per la ministra di giustizia e polizia. La situazione nella cittadina di Como, dove sono accampate 500 persone, secondo Sommaruga, dimostra che l’Europa non ha ancora strategie convincenti per fronteggiare la crisi migratoria; mancano soluzioni standard da applicare in comune.

L’Unione europea dovrebbe mettere in atto una chiave di ripartizione dei richiedenti asilo in tutti i Paesi dello spazio Schengen/Dublino, e questi dovrebbero attenersi, ma la soluzione appare molto improbabile, ha ammesso la consigliera federale. Occorre quindi almeno migliorare la risposta politica alle situazioni di crisi.

Sommaruga ha anche parlato degli atti di terrorismo di queste ultime settimane. “Abbiamo avuto un’estate particolare e in certi giorni avrei preferito non guardare sul mio cellulare”, per non sapere dei casi di terrorismo, che mettono alla prova la nostra società. Per il momento la Svizzera è stata risparmiata e le autorità hanno a disposizione strumenti buoni per farvi fronte, “ma per il futuro non vi è alcuna garanzia”.

Oltre alla sicurezza, bisogna pensare a difendere con fermezza anche i nostri valori democratici: quale ruolo assegnare allo Stato di diritto, al principio di proporzionalità? Sono questioni che non si possono evitare e la ministra socialista ha detto di averne parlato nel recente incontro con il ministro dell’interno francese Thomas de Maizière.

Ma non c’è soltanto il terrorismo. L’incertezza politica in Europa aumenta; in molti Paesi le forze populiste, nazionaliste ed euroscettiche diventano sempre più forti. “L’Europa è capace di riformarsi per far fronte a queste sfide?”, si è chiesta Sommaruga, Domanda e risposta avranno conseguenze per la Svizzera, che dovrà essere capace di rivedere le sue relazioni con l’UE. “Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra crescita è dovuta in parte alla pace e alla stabilità politica che regnano in Europa da 70 anni”.

La Svizzera ha bisogno di “relazioni chiare, buone e stabili con l’UE, ha precisato, senza tuttavia rivelare nulla di nuovo sullo stato delle trattative in corso tra Berna e Bruxelles in vista dell’applicazione dell’iniziativa Contro l’immigrazione di massa. “Le discussioni proseguono e si cercano soluzioni consensuali, ma realizzare la quadratura del cerchio sarà difficile”.

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