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Sondaggi contro Front National, Marine e Marion Le Pen battute

(Keystone-ATS) Né Marine, né Marion. Controvoglia ma disciplinatamente, tre socialisti su quattro andranno alle urne domenica nel nord e nel sud della Francia per sbarrare il passo al Front National e voteranno l’avversario storico, la destra dei Républicains di Nicolas Sarkozy.

I sondaggi sono arrivati a pioggia, anche se invitano ancora alla prudenza per il consistente numero di indecisi.

Le due candidate del Front national, la presidente capolista nel Nord-Pas-de-Calais-Picardie, la nipote nelle terre fedeli al nonno Jean-Marie, la PACA (Provenza-Alpi-Costa azzurra), avevano festeggiato domenica un primo turno storico, concluso sbaragliando gli avversari e finendo sopra il 40%. Marine Le Pen, stando alla Sofres subito seguita da altri istituti, otterrebbe il 47% dei voti domenica al ballottaggio, mentre Xavier Bertrand (destra e centro) è al 53%. Ancora più netto il divario al sud, dove la giovane Marion raccoglierebbe poco più di quanto preso al primo turno, il 46% dei suffragi, contro il 54% di Christian Estrosi, capolista della destra.

Se i sondaggi avranno ragione, premieranno la scelta del segretario socialista Jean-Christophe Cambadelis e del primo ministro, Manuel Valls, accettata a malincuore da tutto il partito: più di tre elettori socialisti su quattro, il 77% di quelli che avevano votato per la gauche al primo turno, manifestano l’intenzione di mettere nell’urna una scheda con i nomi dei “nemici”, Bertrand ed Estrosi. Appena il 5% preferisce votare Marine Le Pen, ancora meno – il 3% – sua nipote.

Resta ancora l’incognita della terza regione a rischio estrema destra, il “grande Est” dell’ Alsazia-Lorena-Champagne-Ardenne, dove il dissidente Jean-Pierre Masseret si è proclamato “candidato dei cittadini liberi”. Respingendo il “diktat” dei vertici socialisti, che gli hanno tolto il nome della lista e minacciano ora di espellerlo dal partito, si è assunto insieme alla maggioranza dei candidati nella sua lista, la responsabilità di presentarsi comunque. Al primo turno era arrivato poco oltre il 16%, meno della metà di Florian Philippot, lo “stratega” del Front National che ha toccato quota 36% davanti al 25,83% di Philippe Richert (destra). Adesso Masseret, passato in poche ore da sconosciuto a star della politica locale, rischia grosso: potrebbe far eleggere con il suo gesto l’unico presidente di regione del FN. Fra l’altro, ricordano in molti che le sue origini in Lorena gli hanno alienato i voti della “nemica” Alsazia.

Intanto il PS, che comincia a credere nella bontà della sua dolorosa strategia, continua a picchiare duro sul Front National, definito oggi da Valls “una truffa”: “parla di sicurezza ma in Parlamento non vota le misure per lottare contro il terrorismo”. E, uscendo dall’euro, “metterebbe in ginocchio il Paese”. Dichiarazioni che vanno nella direzione opposta a quella scelta da Nicolas Sarkozy, che ogni giorno si avvicina di più all’estrema destra. L’ultimo passo è lo sdoganamento del Front national, che – ha detto – “non è antirepubblicano”.

Continua il silenzio assoluto sul tema elettorale di François Hollande. “Si comporta da vero presidente”, dicono nel suo entourage, citato in un lungo articolo di Le Monde. Il quotidiano avanza invece l’ipotesi che al capo dello Stato, in funzione rielezione, “la vittoria di Marine Le Pen, nonostante lo choc, presenterebbe per lo schieramento del presidente un innegabile vantaggio tattico. Concretizzare in modo duraturo la figura dello spauracchio elettorale” così da polarizzare preferenze su di sé. “Con queste regionali – scrive Le Monde – la prospettiva di un duello presidenziale al secondo turno Hollande-Le Pen, nell’idea del capo dello Stato, si fa più precisa”.

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