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Spagna: Rajoy inizia scalata per il governo

Il premier uscente Mariano Rajoy KEYSTONE/EPA/JULIEN WARNAND sda-ats

(Keystone-ATS) Parte la corsa che tutti prevedono irta di ostacoli di Mariano Rajoy, vincitore senza maggioranza delle politiche del 26 giugno, verso la formazione di un nuovo governo che ponga fine a sei mesi di profonda crisi politica e di vuoto istituzionale in Spagna.

Il premier uscente ha avviato formalmente i contatti con gli altri leader oggi con un primo incontro con il partito più piccolo rappresentato in parlamento, Coalicion Canaria, con un solo deputato. Il Pp di Rajoy, arrivato primo alle politiche con 137 seggi su 350 nel Congresso davanti a Psoe (85), Podemos (71) e Ciudadanos (32), deve riuscire a ottenere l’appoggio di altri 39 deputati per riuscire a superare il voto di investitura e poter formare il nuovo esecutivo.

Il suo progetto di formare una Gran Coalicion “europea” con i socialisti e con Ciudadanos sembra ogni giorno più complicato per il “no” del Psoe, ribadito oggi da Sanchez. Sabato si riunisce il consiglio federale socialista per decidere la linea verso Rajoy. Una parte dei “baroni”del Psoe propone di lasciare governare il leader popolare, forse con una astensione dell’ultimo minuto, almeno di parte del gruppo sull’investitura. In alternativa il premier uscente cerca di ottenere l’appoggio per l’investitura, e per un possibile governo di minoranza Pp, di Ciudadanos, Cc e dei nazionalisti baschi del Pnv (5 seggi).

Con i 137 popolari arriverebbero a quota 175, e potrebbero toccare i fatidici 176 della maggioranza assoluta con l’appoggio di un altro deputato delle Canarie, eletto come indipendente con il Psoe. Rajoy, spiega La Vanguardia, propone per puntellare un suo possibile governo di minoranza un “patto minimo” con gli altri partiti moderati, con accordi puntuali su tre punti chiave dei rapporti con l’Ue: adozione del Documento di programmazione economico-finanziaria, tetto della spesa pubblica, contenimento del deficit.

Dopo l’apertura con Coalicion Canaria, con cui un accordo potrebbe essere costruito su concessioni economiche per l’ arcipelago, il presidente Pp continua le consultazioni domani con gli indipendentisti catalani di Erc (9 deputati), il cui appoggio pare escluso, e appunto il Pnv, pronto a trattare. Certo non a costo zero. In ottobre ci sono le regionali basche e il Pnv subisce la pressione sempre più forte di Podemos.

Il Lehendakari (premier basco) Inigo Urkullu ha avvertito oggi che per ottenere l’appoggio del Pnv Rajoy deve trattare “l’agenda basca” e accettare che i detenuti Eta dispersi in tutta la Spagna siano trasferiti nelle carceri basche, che passerebbero sotto controllo del governo regionale. Un gesto che entro 12 mesi, ha detto, dovrebbe innescare lo scioglimento definitivo del gruppo armato.

Accusato di immobilismo dopo le politiche di dicembre che avevano prodotto un parlamento ingovernabile e costretto a un nuovo voto, Rajoy sembra ora determinato a non perdere tempo. E ad arrivare il 20 luglio alle consultazioni di re Felipe VI – che il 23 potrebbe designarlo – con in tasca già le chiavi d’uscita dalla crisi politica più lunga della Spagna del dopo Franco.

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