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Spia russa: indagine Gb, ‘veleno usato in forma liquida’

L'agente nervino usato a Salisbury (qui nella foto) per intossicare l'ex spia russa Serghei Skripal e sua figlia Yulia ha contaminato le vittime "in forma liquida", secondo il ministero dell'ambiente britannico KEYSTONE/AP/MATT DUNHAM sda-ats

(Keystone-ATS) L’agente nervino usato a Salisbury il 4 marzo per intossicare l’ex spia russa Serghei Skripal e sua figlia Yulia ha contaminato le vittime “in forma liquida”.

Lo afferma oggi il ministero dell’Ambiente britannico sulla base degli ultimi accertamenti, insistendo nell’indicare la sostanza tossica come il letale “Novichok” di scuola sovietica, ma precisando che sarebbe stato adoperato solo “in dose minima”.

Londra accusa Mosca d’essere dietro l’episodio, mentre la Russia nega categoricamente e avanza al contrario il sospetto di “una provocazione”, tirando in ballo gli stessi apparati d’intelligence britannici e occidentali e citando un’indagine di laboratorio svizzera che ipotizza in alternativa al Novichok l’utilizzo anche del veleno BZ (prodotto da Gb e Usa).

Le condizioni della 33enne Yulia Skripal sono state improvvisamente dichiarate in miglioramento nei giorni scorsi e la donna è stata già dimessa dall’ospedale. Dove resta ricoverato invece suo padre Serghei, 66 anni, le cui condizioni vengono definite adesso non più critiche, ma di “lenta ripresa”.

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