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Strategia energetica: no a più spese e dipendenza estero, comitato

No alle pale eoliche e alla nuova strategia energetica KEYSTONE/OLIVIER MAIRE sda-ats

(Keystone-ATS) “No” ad un aumento delle spese dell’energia di 3200 franchi all’anno per una famiglia di quattro persone e “no” ad una maggiore dipendenza dall’estero.

Questi i principali aspetti denunciati dal comitato interpartitico contro la legge sull’energia (LEne), in votazione il prossimo 21 maggio, in una conferenza stampa oggi a Berna.

Riguardo ai 3200 franchi, il consigliere nazionale Toni Brunner (UDC/SG) ha specificato che “si tratta di cifre diffuse dallo stesso Consiglio federale”, il quale per l’intera Strategia energetica 2050, la cui prima fase è tradotta nella LEne, aveva parlato complessivamente di costi per oltre 200 miliardi di franchi. Il comitato interpartitico ha solo diviso questa cifra per la popolazione svizzera. “Le nostre cifre non sono inventate”, si è difeso Brunner.

Tuttavia l’importo annunciato dall’esecutivo comprende anche la seconda tappa della Strategia energetica, che non sarà sottoposta a votazione popolare. Nemmeno il Consiglio nazionale vuole entrare in materia sul sistema di tassazione d’incentivazione proposta dal governo.

“Questa decisione è solo una manovra disonesta al fine di ridurre le chance di successo del referendum”, ha denunciato il presidente dei Giovani UDC Benjamin Fischer.

Il consigliere nazionale Benoît Genecand (PLR/GE) dal canto suo ha precisato che 5 miliardi di franchi riguardano la sola elettricità, poi bisogna tener conto anche di altri fattori come ad esempio del rinnovo degli immobili e dei riscaldamenti. Alcuni sostengono che la gran parte dei costi è indipendente dalla messa in atto della nuova legge energetica. Brunner però non è d’accordo: “Il progetto porta a una maggiore e anticipata ristrutturazione” del settore.

Minore consumo di energia

Oltre a portare costi supplementari, la nuova legge chiede di diminuire il consumo di energia per persona all’anno del 43% entro il 2035 in confronto al suo livello del 2000.

Secondo Casimir Platzer, presidente di Gastrosuisse, l’associazione del settore alberghiero e della ristorazione, ciò indebolirà, tra le altre cose, l’economia, il turismo e l’industria. Platzer ritiene la Strategia energetica 2050 “rischiosa e irrealistica” oltre che “troppo ambiziosa”. Ci si dovrà confrontare, a suo avviso, con una mancanza di rifornimento energetico. “Vogliamo che nei nostri hotel e ristoranti in inverno vi siano dei blackout?”, ha chiesto ironicamente. Inoltre i maggiori costi dell’energia faranno diminuire gli ospiti.

Maggiore dipendenza dall’estero

La nuova legge accresce inoltre la dipendenza della Svizzera dall’estero e provoca penuria d’elettricità, soprattutto nei mesi invernali quando i consumi sono più importanti. La consigliera nazionale Doris Fiala (PLR/ZH) ricorda che non abbiamo nessun accordo energetico con i nostri vicini e il progetto non prevede “nessuna soluzione tecnica” alla mancanza di approvvigionamento d’energia. “La Svizzera sarebbe costretta a importare energia dalle centrali nucleari francesi o proveniente dal carbone della Germania”, ha aggiunto.

Genecand ha individuato in particolare quattro debolezze nella nuova legge sull’energia: “non si offre alcuna soluzione alternativa che dia la stessa sicurezza del nucleare – il fotovoltaico o l’eolico non rappresentano una soluzione a corto termine – , dobbiamo rinunciare alla nostra indipendenza dall’estero, il 43% di riduzione del consumo energetico chiesto dal progetto è enorme e irrealistico ed è previsto che a pagare siano i cittadini e le piccole e medie imprese, ma non le grandi”.

Infine, le oltre 1000 pale eoliche previste “distruggeranno il nostro bel paesaggio”, deplora Brunner.

Giovani e futuro

Il presidente dei Giovani liberali radicali Andri Silberschmidt ha espresso timori sulle previsioni fatte fino al 2050. “Come sarà la situazione nel 2050? Io non voglio fare nessun pronostico poiché la situazione dipenderà da molti fattori anche imprevedibili”, ha detto, aggiungendo che la nuova legge sull’energia “è troppo rigida”. Inoltre con la sua messa in atto ci saranno più regole e divieti nella nostra quotidianità, ciò che rappresenta “una limitazione della sfera privata”.

Gli ha fatto eco il presidente dei Giovani UDC Benjamin Fischer, il quale oltre a sottolineare che “saranno soprattutto i giovani a pagare”, pone l’accento anche sulle ripercussioni sugli automobilisti, dovute al conseguente aumento del prezzo della benzina e delle tasse sulle emissioni. Ciò penalizzerà soprattutto le regioni periferiche, a suo avviso, ed è “inaccettabile”. Inoltre aumenteranno le spese anche per le aziende che si ripercuoteranno a loro volta sui consumatori, ha aggiunto Fischer.

Tutti gli oratori presenti si sono poi trovati unanimi nel raccomandare di “non seguire il cattivo esempio della Germania”, che ha investito moltissimo nelle energie rinnovabili con risultati “insoddisfacenti”. Fiala ha precisato che “nel giorno migliore del 2016 la Germania è riuscita a produrre l’86% del suo fabbisogno energetico tramite queste fonti, ma nel giorno peggiore solo il 2%”.

Che fare al posto della Strategia energetica 2050? Per Fiala si deve puntare sull’idroelettrico, mentre per Genecand “la sola alternativa credibile sarebbe quella delle centrali a gas”.

Il comitato interpartitico investirà circa due milioni di franchi nella campagna per il “no”. Sono previste tra le altre cose manifestazioni, distribuzione di flyer e l’affissione di cartelloni.

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