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Svizzera condannata per l’espulsione di un Tamil

La sala principale della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT sda-ats

(Keystone-ATS) La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Svizzera per aver rimpatriato un richiedente asilo proveniente dallo Sri Lanka, senza tener conto del rischio di maltrattamenti nel suo paese d’origine.

Le autorità elvetiche dovranno versare 30’000 euro per torto morale.

L’uomo aveva fatto richiesta d’asilo nel maggio del 2009, affermando di essere perseguitato nel suo Paese. L’Ufficio federale della migrazione aveva respinto la sua richiesta e quella della moglie, e anche il ricorso al Tribunale amministrativo federale non era andato a buon fine. La coppia e i due figli erano stati quindi rimpatriati in Sri Lanka.

Al loro arrivo all’aeroporto di Colombo, nel 2013, i due genitori sono stati arrestati e interrogati. La donna è stata liberata mentre il marito, incarcerato, aveva subito torture e maltrattamenti. Dopo la visita di un rappresentante dell’ambasciata elvetica, il quale ha constatato le condizioni del carcerato, la famiglia è stata riaccolta in Svizzera. Liberato nel 2015, l’uomo aveva nuovamente domandato un visto umanitario, accettato dall’Ufficio federale della migrazione.

La Corte europea considera che la Svizzera avrebbe dovuto essere cosciente del rischio di maltrattamenti quando ha pronunciato il rinvio del richiedente, anche perché un altro caso simile si era verificato poco tempo prima.

La Corte ha condannato la Svizzera a pagare al cittadino dello Sri Lanka una riparazione per torto morale di 30’000 euro e un indennità di 4’770 euro di spese.

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