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Svizzera indaga su politico ucraino di alto rango

(Keystone-ATS) Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) sta conducendo dal 2013 una inchiesta penale nei confronti di un politico ucraino di alto rango per riciclaggio e corruzione. Lo rivelano “Le Matin Dimanche” e “SonntagsZeitung”.

Secondo i due domenicali si tratterebbe di Nikolai Martinenko, uomo di fiducia del presidente Petro Poroshenko e del primo ministro Arseni Jazenjuk.

Secondo “Le Matin Dimanche” e la “SonntagsZeitung”, Martinenko è sospettato di aver percepito tangenti per diversi milioni di franchi, denaro depositato presso la banca privata zurighese Hottinger Cie.

Le accuse di corruzione sono in relazione alla posizione ai vertici dell’uomo nel settore nucleare ucraino. Martinenko dal 2006 è presidente della Commissione parlamentare per l’energia e il nucleare.

Concretamente a Martinenko viene rimproverato di aver assegnato nell’estate 2013 un incarico milionario senza bando di concorso alla ditta Skoda JS con sede nella Repubblica Ceca. Per questo Martinenko avrebbe ottenuto bustarelle per milioni.

Il MPC ha confermato oggi all’ats che una inchiesta penale riguarda “un cittadino ucraino”, senza tuttavia farne il nome, per un caso di corruzione di pubblici ufficiali stranieri.

Le indagini – secondo i due domenicali – sono scattate in seguito all’annuncio della banca zurighese all’ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio. Di conseguenza sono stati bloccati circa 30 milioni di franchi sui conti, indicano i due giornali senza citare una fonte più accreditata.

Curiosamente, dietro a quella che appare la ditta di fornitura Skoda JS vi è il gruppo russo OMZ come già è stato reso noto nel 2014. Quello che sembrava in un primo momento un affare con uno Stato dell’Ue era in realtà un accordo con lo Stato russo e questo nel mezzo della crisi dell’est Ucraina.

Nel settore nucleare Kiev e Mosca collaborano strettamente. L’Ucraina per il manutenzione delle sue centrali nucleari necessita della tecnologia di costruzione russa.

Le autorità ceche avrebbero intanto effettuato perquisizioni presso l’impresa in questione su richiesta delle autorità elvetiche, indicano i due domenicali. I documenti confiscati sarebbero ora esaminati da inquirenti svizzeri.

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