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Svizzera vuole proteggere sfollati per catastrofi naturali

(Keystone-ATS) Il consigliere federale Didier Burkhalter ha chiesto oggi a Ginevra maggiore protezione per le persone che devono lasciare il loro luogo d’origine in seguito a catastrofi naturali. Un piano d’azione in questo senso dovrà essere adottato domani.

La Svizzera e la Norvegia hanno lanciato nell’ottobre del 2012 un processo globale di consultazione (Iniziativa Nansen) il cui obiettivo era di capire meglio i bisogni delle persone che devono fuggire a causa di catastrofi naturali e delle conseguenze del cambiamento climatico. Ciò ha permesso di identificare misure volte a migliorarne la protezione, si legge in una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Dal 2008 al 2014 vi sono stati 184 milioni di sfollati a seguito di inondazioni, uragani, terremoti, siccità e altre catastrofi naturali, ossia 26 milioni di persone all’anno o un individuo al secondo. La maggior parte di loro trova un rifugio nel proprio Paese, mentre altri devono fuggire all’estero.

A causa del cambiamento climatico, è probabile che in futuro queste cifre siano destinate ad aumentare, ha avvertito il responsabile del DFAE aprendo la conferenza di due giorni in presenza di rappresentanti di un centinaio di Paesi.

Il programma prevede un rafforzamento delle misure preventive nei Paesi d’origine delle persone sfollate, come l’elaborazione di scenari di emergenza in caso di catastrofe o di piani di trasferimento di persone che vivono in regioni a rischio, per esempio nelle vicinanze costiere o in piccoli Stati insulari minacciati dall’innalzamento del livello dei mari.

Il processo di consultazione, diretto dal professore dell’Università di Berna Walter Kälin, ha messo in evidenza la necessità di approcci regionali.

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