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Tabagismo: al via nuova campagna anti-fumo attivo

(Keystone-ATS) Parte oggi e si estenderà su tre anni la nuova campagna contro il fumo attivo della Confederazione. Per la prima volta l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) l’ha elaborata in collaborazione con i Cantoni e con organizzazioni non governative (ong) specializzate nella lotta contro il tabagismo. Attraverso lo slogan “Io sono più forte”, manifesti e spot televisivi puntano sulla saggezza dei consumatori.

In una prima fase la campagna è destinata in particolare ai fumatori che hanno la volontà di smettere. Stando al Monitoraggio svizzero sulle dipendenze del 2013, il 57% dei fumatori quotidiani si trova in questa situazione. I cartelloni e le promozioni televisive hanno quindi l’obiettivo di rafforzare la motivazione del fumatore renitente insistendo sulle offerte di sostegno esistenti: si tratta ad esempio della linea telefonica “Stop tabacco” (che risponde al numero 0848 000 181), ma anche di medici, farmacisti o consultori specializzati.

Il Monitoraggio del 2013 indica del resto che il 68% delle persone che hanno dichiarato di aver provato a smettere di fumare senza riuscirci non aveva ottenuto alcuna forma di sostegno.

I costi della campagna ammontano a nove milioni di franchi, a fronte dei cinque miliardi assunti dall’economia ogni anno per le conseguenze del tabagismo, ha ricordato il direttore dell’UFSP Pascal Strupler in una conferenza stampa a Berna. Sono coperti nella loro totalità dal Fondo per la prevenzione del tabagismo, alimentato da una tassa di 2,6 centesimi su ogni pacchetto di sigarette.

Il progetto preliminare, presentato dal Consiglio federale lo scorso mese di maggio, ha raccolto una raffica di critiche in procedura di consultazione: pubblicisti, rivenditori e associazioni di consumatori si oppongono alla massiccia intromissione nella libertà economica e pubblicitaria e alla restrizione dei diritti costituzionali.

Gli oppositori al progetto hanno vari rappresentanti in parlamento. Ad esempio il consigliere agli Stati Filippo Lombardi (PPD/TI), che è anche presidente di Pubblicità Svizzera (PS), si oppone a restrizioni della pubblicità fintanto che si tratta di prodotti acquistabili legalmente. A suo avviso i divieti non hanno praticamente alcuna influenza sull’atteggiamento dei consumatori e colpiscono in primo luogo l’economia.

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