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Tarmed: levata di scudi in consultazione contro progetto Berset

Il ministro della sanità Alain Berset. KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) Il progetto di nuovo tariffario medico (Tarmed) proposto in marzo dal ministro della sanità Alain Berset ha suscitato una levata di scudi in consultazione.

Medici, ospedali e assicuratori malattia respingono alla quasi unanimità il modello, che dovrebbe consentire risparmi per circa 700 milioni di franchi all’anno.

Tutti i settori interessati sono d’accordo nel constatare che il tariffario in vigore dal 2004 è superato. Ma medici, ospedali e casse malattia non sono riusciti a trovare un terreno d’intesa, cosicché si è reso necessario un intervento del Consiglio federale, che ha messo in consultazione fino a domani le proprie ricette.

Le sue proposte, che dovrebbero entrare in vigore il primo gennaio 2018, sono una soluzione transitoria, in attesa che i diretti interessati si accordino su una revisione.

Il governo vuole correggere al ribasso la remunerazione di diverse prestazioni, che ritiene sopravvalutate. Per esempio, il computo per le operazioni della cataratta va a suo avviso riveduto al ribasso, perché durano ormai la metà rispetto al passato grazie all’utilizzo del laser.

Dei 700 milioni di risparmi previsti, ossia l’1% circa dei costi sanitari annuali, 400 sono legati al nuovo calcolo delle tariffe e i restanti 300 alla riduzione di incentivi controproducenti. I medici generici dovrebbero essere meno colpiti (- 1-2%) rispetto ai settori specialistici come la radiologia (-13%) o la gastroenterologia (-17%).

Rifiuto in blocco dei medici

La Federazione dei medici svizzeri (FMH), che ha organizzato oggi una conferenza stampa per ribadire le sue posizioni, respinge questo “attacco sull’autonomia delle tariffe” e presenterà una sua proposta nel 2018. A suo avviso, il progetto del Consiglio federale indebolisce invece di rafforzare la meno cara medicina ambulatoriale e comporterà dunque un aumento dei costi sanitari anziché ridurli. Le misure proposte – afferma – avranno un impatto finanziario rilevante per i medici con uno studio proprio e per i centri ambulatoriali.

I timori della FMH sono condivisi dall’associazione Medici di famiglia e dell’infanzia Svizzera. Associazioni cantonali di medici sono a loro volta salite sulle barricate, per esempio a Ginevra e in Vallese. Taluni interventi ambulatoriali non saranno più remunerati secondo i costi che generano, avverte l’Associazione dei medici del canton Ginevra (AMG). I medici favoriranno allora i ricoveri in ospedali, le cui fatture sono pagate in parte dallo Stato, contrariamente a quelle ambulatoriali, totalmente a carico degli assicuratori. Problematica è anche la limitazione delle consultazioni a 20 minuti, afferma la AMG.

Specialisti pure preoccupati

La Federazione svizzera dei medici psichiatri-psicoterapeuti (FMPP) mette a sua volta in guardia: le misure proposte comporteranno un razionamento delle prestazioni, in particolare nel lavoro con l’entourage del paziente.

Il progetto prevede per esempio un tetto massimo per le prestazioni in assenza del paziente. Ora – rileva la FMPP – in psichiatria questa attività non si limita alla semplice lettura del dossier, ma è una tappa importante del lavoro.

I ginecologi e l’Alleanza degli ospedali pediatrici temono a loro volta di avere meno tempo da dedicare ai pazienti. Per l’associazione Alzheimer Svizzera, le limitazioni previste “mettono in pericolo la qualità futura delle cure e l’accompagnamento fornito alle persone colpite da demenza”.

La proposta degli ospedali

Dal canto suo, l’associazione degli ospedali H+ ritiene che la nuova struttura tariffaria proposta da Berna aumenterà ulteriormente il deficit del settore ambulatoriale di ospedali e cliniche, che passerà secondo i suoi calcoli dagli attuali 600 milioni annui a 900. H+ propone forfait ambulatoriali ospedalieri basati sui costi, che a suo avviso fornirebbero un sostegno alla tendenza che vede lo spostamento di prestazioni stazionarie verso il settore ambulatoriale.

L’associazione degli assicuratori malattia Santésuisse va nello stesso senso: essa deplora che il governo non abbia considerato la sua idea di fissare forfait e dubita che il potenziale di risparmi di 700 milioni possa essere raggiunto.

L’altra associazione di casse malattia Curafutura è praticamente sola nel settore a sostenere il progetto del governo. A suo avviso, le modifiche proposte intervengono nei punti giusti e creano una maggiore trasparenza di fatturazione. Secondo Curafutura, una loro applicazione consentirà un minore aumento delle spese sanitarie e quindi dei premi malattia.

Un parere condiviso dalla federazione dei consumatori della Svizzera tedesca SKS. Anche la consorella romanda FRC si rallegra dell’intervento del Consiglio federale ma spera che i partner tariffari riescano a progredire nei negoziati “con uno spirito di solidarietà pronunciato” a vantaggio dei pazienti e di chi paga i premi malattia.

Una progressione auspicata anche dall’associazione Cliniche private svizzere (CPS), che chiede al governo di sospendere il suo intervento, giudicandolo una “ingerenza” che “genera una massima insicurezza giuridica”.

Dal canto suo l’Organizzazione svizzera dei pazienti, contattata dall’ats, ha indicato che non prende posizione.

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