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Tessile e abbigliamento: esercizio 2013 sostanzialmente stabile

(Keystone-ATS) L’industria svizzera del tessile ha registrato nel 2013 una diminuzione di plusvalore e occupazione. La creazione di valore aggiunto è scesa su base annua da 1,09 a 1,07 miliardi di franchi, secondo quanto ha annunciato oggi l’associazione di categoria Swiss Textiles, con sede a Sennhof, nel canton Zurigo. Il direttore Peter Flückiger ha definito l’esercizio 2013 “stabile”.

Il numero degli addetti in Svizzera è calato da 13’600 a 12’500 unità. Nel solo segmento dell’abbigliamento è andato perso nel 2013 un posto di lavoro su dieci.

L’export di tessili ha fatto segnare un aumento dello 0,2% a 1,43 miliardi. L’incremento è contenuto, ma costituisce comunque un successo in considerazione del vigore del franco e della difficile congiuntura sul piano internazionale, si legge in un comunicato. L’export di capi di abbigliamento è sceso leggermente dell’1,8% a 1,40 miliardi.

Il principale sbocco commerciale, con una quota del 72,9%, rimane l’Unione europea, ma i mercati asiatici diventano sempre più importanti, con una percentuale passata dal 9,3% al 12%.

Le importazioni di tessili sono dal canto loro aumentate del 2,2% a 2,06 miliardi, mentre quelle di abiti hanno messo a segno una progressione dell’1,9% a 5,55 miliardi.

Il settore guarda con favore all’accordo di libero scambio con la Cina, che entrerà in vigore in luglio, dato che rappresenta “un grande vantaggio nell’acquisto di materie prime”, ha detto Flückiger.

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