Prospettive svizzere in 10 lingue

TG: governo presenta proposte per salvare “francese precoce”

(Keystone-ATS) Il Dipartimento turgoviese dell’educazione ha presentato una serie di proposte volte a mantenere l’insegnamento del francese dal quinto anno di scuola. Due settimane fa il Gran consiglio ha deciso in prima lettura di posticipare questa materia al settimo anno.

Le misure annunciate oggi in una nota del Dipartimento cantonale, prevedono in particolare per gli scolari che hanno difficoltà con la lingua di Molière la possibilità di essere dispensati. L’insegnamento della seconda lingua nazionale avverrebbe inoltre in classi dimezzate di numero e si prevede di utilizzare materiale didattico migliorato.

Come quarta misura, il Dipartimento propone che la nota di francese non venga presa in considerazione per la selezione fra i vari livelli della scuola secondaria. Tutte queste misure sono sostenute anche dall’associazione cantonale degli insegnati e potranno essere messe in pratica in tempi relativamente brevi, ha detto all’ats il responsabile dell’Ufficio scolastico turgoviese Beat Brüllmann.

L’annuncio fa seguito alla decisione del parlamento cantonale che il prossimo 14 giugno è chiamato a esaminare in seconda lettura la revisione di legge che intende posticipare l’insegnamento del francese dalle scuole elementari alle medie.

Da 24 anni nel Canton Turgovia il francese è materia obbligatoria a partire dal quinto anno scolastico, mentre l’inglese viene insegnato dalla terza classe. Una maggioranza formata da esponenti di UDC, PPD e Verdi ha votato per l’abolizione del francese dal ciclo primario di sei anni, facendo valere l’eccessivo carico di lavoro per gli scolari e i pessimi risultati finora ottenuti.

Le intenzioni di sganciarsi dal modello previsto dal concordato sull’armonizzazione scolastica (Concordato HarmoS) hanno acceso un dibattito a livello nazionale. Tanto più che nel medesimo giorno il Tribunale federale ha dichiarato valida un’iniziativa che anche nei Grigioni intende promuovere una sola “seconda” lingua alle elementari, sacrificando in particolare l’italiano. Un’analoga iniziativa è peraltro in votazione domenica prossima nel canton Zurigo.

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