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TPF: processo ‘ndrangheta, chieste pene di reclusione

L'ingresso del Tribunale penale federale di Bellinzona. KEYSTONE/TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI sda-ats

(Keystone-ATS) Cinque anni per il presunto uomo di fiducia della ‘ndrangheta calabrese in Ticino, un 63enne italiano domiciliato a Vacallo, e tre anni di reclusione invece per un fiduciario ticinese di Chiasso.

Sono queste le pene richieste oggi dal procuratore federale Stefano Herold nel processo apertosi lunedì al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona.

Il principale imputato è sospettato di essere un uomo fidato della mafia italiana e di avere organizzato affari illegali. Secondo l’atto di accusa, l’uomo avrebbe fondato un’associazione criminale, riciclato denaro – milioni di franchi tra Ticino, Dubai e le Bahamas – e infranto la Legge federale sugli stranieri.

Il fiduciario ticinese, domiciliato a Zugo ed ex municipale di Chiasso Oliver Camponovo, avrebbe invece redatto i documenti mediante i quali il presunto “mafioso” avrebbe potuto condurre a buon fine i propri affari nel ramo immobiliare e finanziario dentro e fuori la Svizzera. Contro il fiduciario, l’accusa ha chiesto anche una pena pecuniaria di 360 aliquote giornaliere da 300 franchi l’una.

Una terza persona imputata, la moglie di un appartenente alla ‘ndrangheta già condannato a Milano, non si è presentata al processo per motivi di salute.

Nel corso del dibattimento, il 63enne italiano ha contestato le accuse, in particolare quella di aver portato a termine determinate operazioni finanziarie, un settore che conosce poco. Egli ha detto di essersi occupato principalmente di lavori di ristrutturazione degli immobili acquisiti.

Il processo in questione ha una storia un po’ travagliata alle spalle. Si tratta infatti di uno di quei casi in cui il TPF si è opposto al Ministero pubblico della Confederazione (MPC): l’imputato e la Procura in un rito abbreviato due anni fa si erano accordati per una pena detentiva di quattro anni per sostegno a un’organizzazione criminale e riciclaggio qualificato di denaro, ma il MPC si è opposto e ha insistito per un procedimento ordinario.

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