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TPF: processo Behring, parla l’imputato

L'imputato Dieter Behring con la moglie Ruth a Bellinzona Keystone/KEYSTONE/TI-PRESS/SAMUEL GOLAY sda-ats

(Keystone-ATS) È proseguito oggi a Bellinzona con la deposizione dell’imputato il processo contro il finanziere Dieter Behring, accusato di aver truffato 2’000 risparmiatori per un importo totale di 800 milioni di franchi tra il settembre 1998 e l’ottobre 2004.

Il Tribunale penale federale (TPF) ha deciso di non accogliere la richiesta della difesa di interrompere i dibattimenti e ha respinto tutte le obiezioni.

Secondo i giudici della Corte penale non vi è nessun impedimento procedurale: l’atto d’accusa contestato dagli avvocati di Behring è valido nella sua forma attuale e anche le altre obiezioni non hanno fondamento. Il tribunale ha dunque deciso di proseguire, con l’audizione del 61enne imputato e di quattro degli investitori che avevano creduto nelle sue promesse.

L’ex finanziere basilese ha detto di non riconoscersi nelle accuse formulate contro di lui. Ha ricordato i suoi primi contratti a termine con cereali, cacao e zucchero quando era ancora minorenne. Ha tentato di chiarire il suo sistema d’investimenti, che raccontava ai clienti di aver sviluppato da solo promettendo rendimenti percentuali a due cifre. A momenti lo ha fatto con tale verve che sembrava fosse ancora tentando di convincere potenziali investitori.

Behring si è anche lamentato del suo cattivo stato di salute da almeno sei anni a questa parte: ha problemi di cuore e soffre del morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che si è di nuovo manifestata con lo stress causato dal procedimento penale.

Nel pomeriggio hanno deposto in qualità di testimoni anche quattro persone che avevano investito denaro nel “sistema Behring”: dalla piccola risparmiatrice fiduciosa all’imprenditore che ha perso nell’avventura 1,75 milioni di franchi. Altri testi sono convocati per domani.

Le contestazioni della difesa

Nel primo giorno di dibattimenti, il 30 maggio, uno dei due avvocati privati di Behring, Bruno Steiner, aveva espresso il sospetto che nel 2012 il TPF e il Ministero pubblico della Confederazione, per facilitarsi il compito, avessero trovato un’intesa per portare avanti il procedimento penale solo nei confronti di Behring, lasciando cadere quelli avviati e già allo stadio di atto d’accusa contro altre nove persone implicate nella vicenda.

Ieri il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber è stato sentito come teste e ha spiegato che la decisione di concentrare l’attenzione sul solo Behring è stata presa nell’intento di accelerare la procedura e di evitare che i reati contestatigli cadessero in prescrizione.

Alla fine dell’audizione l’avvocato Steiner, a sorpresa, ha annunciato una denuncia penale ai danni di Lauber e del procuratore federale Tobias Kauer per abuso di autorità, denuncia mendace e sviamento della giustizia. Secondo il legale, il non luogo a procedere pronunciato nei confronti di altri nove sospettati legati alla truffa costituirebbe “un abuso di autorità esercitato in modo sistematico”. Behring non avrebbe inoltre beneficiato di una difesa adeguata.

Oggi la Corte penale del TPF ha però giudicato ammissibile la strategia dell’accusa di concentrarsi su Behring e ha rilevato di non avere facoltà di costringere la Procura federale ad incriminare altre persone, né di valutare a posteriori i decreti di abbandono dei procedimento a loro carico.

La Corte ha anche respinto le critiche secondo cui Behring non sarebbe stato difeso in modo adeguato nel corso del procedimento dal suo avvocato d’ufficio Roger Lerf, poi affiancato con l’avvicinarsi del processo dai difensori privati Bruno Steiner e Daniel Walder. Secondo i giudici ci sono peraltro “indicazioni evidenti” che il comportamento dell’imputato non ha consentito l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con i suoi difensori.

Non ha avuto successo neppure la richiesta della difesa ai giudici di ricusarsi perché sarebbero prevenuti. La richiesta di ricusazione, respinta dagli interessati, sarà ora valutata dalla Corte dei reclami penali dello stesso TPF.

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