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Trapianto organi, no al “consenso presunto”

(Keystone-ATS) Il prelievo di organi destinati al trapianto continuerà ad essere possibile solo in caso di consenso esplicito del donatore o dei suoi famigliari. Con 24 voti contro 18 il Consiglio degli Stati ha deciso stamane di mantenere l’attuale prassi nella revisione della legge sui trapianti. Una minoranza chiedeva l’introduzione del modello del “consenso presunto”, che autorizza il prelievo di organi in assenza di un esplicito rifiuto.

“c’è un costante calo delle donazioni di fronte a una crescente richiesta, ha affermato Felix Gutzwiller (PLR/ZH) a nome della minoranza. “La situazione non migliorerà con la revisione proposta – ha aggiunto – ed è per questo che ritengo giusto introdurre una norma che consideri normale la donazione tranne se c’è un esplicito rifiuto da parte del paziente”.

“Lo scorso anno 50 persone sono morte per non aver ricevuto un organo per tempo”, ha da parte sua ricordato Liliane Maury-Pasquier (PS/GE). “Sono 453 i pazienti che hanno ricevuto un organo, il 10% in meno rispetto all’anno precedente”. A suo avviso, il passaggio al modello del consenso presunto non sarebbe sufficiente ad invertire la tendenza, ma contribuirebbe al cambiamento di mentalità: ognuno sarebbe chiamato a porsi domande e a riflettere sulla questione.

“Si tratta di una questione personale”, ha replicato Urs Schwaller (PPD/FR). Non sono d’accordo con il principio che se non dico espressamente di “no” saranno le autorità a decidere per me, ha precisato. “In qualche modo il mio corpo apparterrebbe allo Stato ed è qualcosa che non posso accettare”, ha spiegato il Friburghese.

“Tutti gli studi e le esperienze all’estero dimostrano che il sistema del consenso presunto non ha alcun effetto sul numero di donatori”, ha rincarato il ministro della sanità Alain Berset difendendo il progetto governativo. “Prima del 2007 anche in Svizzera c’erano cantoni che applicavano il modello del consenso presunto, ha ricordato, ma il tasso più elevato era registrato in Ticino, dove non era in vigore questo sistema”.

Dopo aver fatto notare come questa opzione sia problematica per i diritti della personalità, Berset ha citato anche l’esempio della Spagna. In questo Paese il tasso di donazioni è rimasto basso anche dopo l’introduzione del consenso presunto, ma soltanto l’adozione dieci anni dopo di un piano d’azione ha portato a un sensibile aumento dei donatori, ha detto Berset.

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