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Trattato di Lisbona: presidente ceco Vaclav Klaus ha firmato

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 novembre 2009 - 16:51
(Keystone-ATS)

PRAGA - Il presidente ceco Vaclav Klaus ha firmato il Trattato di Lisbona. Dopo quasi otto anni di gestazione e un tentativo fallito, il progetto di riforma delle istituzioni europee, nato per assicurare il buon funzionamento dell'Ue allargata a 27 membri, è andato quindi a buon fine.
Stamane la Corte Costituzionale della Repubblica Ceca aveva dato il suo "nulla osta" alla ratifica di Lisbona. Klaus ha quindi apposto la sua firma in calce al Trattato spianando così la strada alla sua entrata in vigore entro le fine dell'anno, probabilmente il primo dicembre prossimo.
La trattato prevede tutta una serie di novità tra le quali spicca la creazione della figura di Presidente permanente, nominato dal Consiglio europeo, con un mandato di due anni e mezzo rinnovabile una sola volta. Ci sarà anche un alto rappresentante della politica estera che avrà il duplice "cappello" di vicepresidente della Commissione e capo della diplomazia europea.
Il parlamento europeo, attraverso l'estensione del campo di applicazione della codecisione, avrà il potere di bocciare le decisioni di Consiglio e Commissione in settori delicati come la giustizia, l'immigrazione, i trattati internazionali e il bilancio. Gli eurodeputati saranno al massimo 751.
Riformato anche il sistema di voto: la necessità dell'unanimità viene fortemente ridimensionata pur rimanendo in alcuni settori chiave, come il fisco e la difesa. Le decisioni nel Consiglio verranno prese con un sistema di voto a doppia maggioranza (55% dei Paesi che rappresentano il 65% della popolazione). Il nuovo metodo entrerà però in vigore in maniera completa solo dal 2017 (dal 2014 in maniera parziale).
Dal 2014 non ci sarà inoltre più un commissario per Paese, ma un numero pari a due terzi degli Stati membri, che così saranno presenti nell'esecutivo comunitario a rotazione.
Per la prima volta nella sua storia, l'Ue avrà una propria personalità giuridica e potrà quindi firmare i Trattati internazionali.
Nuova anche la Carta dei diritti fondamentali, incorporata nel Trattato tramite un articolo. Diventerà vincolante per tutti, ma non per Regno Unito, Polonia e Repubblica Ceca che hanno chiesto e ottenuto un'esenzione.

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