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Travail.Suisse: iniziativa Minder inefficace, salgono paghe manager

(Keystone-ATS) I salari dei top manager continuano a salire: dal 2011 le retribuzioni di membri della direzione delle maggiori società elvetiche sono cresciuti del 18%.

Ciò è avvenuto malgrado l’accettazione dell’iniziativa “contro le retribuzioni abusive” (detta anche iniziativa Minder), diventata articolo costituzionale il 3 marzo 2013. Questa è infatti troppo facile da aggirare, ha denunciato oggi Travail.Suisse in una conferenza stampa.

Nel quadro del suo undicesimo rapporto sulle paghe dei manager, il sindacato ha esaminato lo scarto salariale di 27 imprese svizzere. Per l’esercizio 2014, Roche arriva in testa con uno scarto di 1:253. Ciò significa che la paga del suo ex presidente del Consiglio d’amministrazione, Franz Humer, era 253 volte superiore a quella della persona con il salario più basso, ha affermato Gabriel Fischer, responsabile della politica economica di Travail.Suisse.

Tra le imprese che hanno pagato i loro manager oltre 200 volte in più delle paghe più basse figurano anche Nestlé, UBS e Novartis. Queste, con Credit Suisse, ABB, Swatch, Lindt&Sprüngli, Zurich e Clariant, rappresentano 10 imprese che hanno versato ai loro CEO una retribuzione superiore ai 5 milioni di franchi.

Visti questi risultati, Travail.Suisse ha deciso di realizzare un affisso chiamato “Il cartello degli alti salari”. Le 37 persone raffigurate sull’affisso guadagnano almeno cento volte di più dei dipendenti con il salario più basso all’interno di una singola impresa. I più rappresentati – sono in 22 – sono i manager di UBS e Credit Suisse.

Più in generale, visti i salari dei manager in continuo aumento, Travail.Suisse ritiene che l’iniziativa Minder abbia mancato il suo obiettivo. Essa è infatti troppo facilmente aggirabile. Nonostante i premi all’assunzione siano vietati, Zurich ha ad esempio potuto versare 7,8 milioni di franchi a tre suoi nuovi membri della direzione per compensare le perdite di diritti provenienti da piani d’incitamento dei loro ex datori di lavoro, ha affermato Fischer.

Anche le buonuscite sono proibite, i versamenti dei salari fino allo scadere del termine contrattuale di licenziamento sono invece ancora ammessi. È così che ABB nel 2013 e nel 2014 ha versato salari per 4,7 milioni di franchi a tre membri uscenti della direzione del gruppo. Anche Franz Humer figura ancora sul libro paga di Roche, malgrado abbia lasciato l’azienda, ha ricordato Fischer.

Per il vicepresidente di Travail.Suisse, il consigliere nazionale Jacques-André Maire (PS/NE), “a causa di questo andazzo la popolazione potrebbe perdere la fiducia nei confronti del mondo economico, ma anche nei confronti del nostro sistema politico”.

Una tale crisi di fiducia potrebbe avere gravi conseguenze. L’esempio più lampante è l’approvazione dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”: con essa una parte della popolazione ha voluto esprimere la sua esasperazione.

La situazione potrebbe anche aggravarsi con la terza riforma dell’imposizione delle imprese che farà perdere miliardi di franchi alle casse pubbliche. I programmi di risparmio che dovranno essere applicati “faranno male alle persone più fragili della società”, ha sostenuto Maire.

Per questo motivo, Travail.Suisse chiede al Parlamento di fissare un tasso d’imposizione minimo valido per tutti i cantoni, che dovrebbe fissarsi al 15%-17%. In questo modo si potrebbe scongiurare il dumping fiscale tra i cantoni.

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