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Trionfo Merkel in Nord-Reno Westfalia, Cdu in netto vantaggio

Amara sconfitta per la presidente del governo del Land, Hannelore Kraft KEYSTONE/EPA/RONALD WITTEK sda-ats

(Keystone-ATS) Il disastro annunciato è stato confermato alle 18 di oggi: i socialdemocratici tedeschi, nel Nord Reno-Vestfalia, hanno incassato una terza, pesantissima sconfitta alle amministrative.

È la più dolorosa, perché colpisce al cuore, sette giorni dopo la debacle nel nord, il candidato cancelliere, battendolo proprio in casa. La Cdu di Angela Merkel espugna inoltre una roccaforte rossa, la regione più popolosa del Paese, che rappresenta un quinto degli elettori. E manda a casa una coalizione rosso-verde: alternativa alla Grosse Koalition, che ora sembra sempre meno appetibile anche a livello federale.

Martin Schulz però va avanti. E stavolta contiene la delusione: “Vinciamo insieme e perdiamo insieme. Adesso dobbiamo capire cosa cambiare a Berlino”, ha detto. Ai diversi giornalisti che gli hanno chiesto se voglia fare un passo indietro, ha replicato: “Sono presidente della Spd da neanche 100 giorni, non sono un mago. Da domani lavoreremo al programma”.

Stando alle proiezioni delle 19.30, divulgate da ZDf e Ard, la Cdu si è imposta con un risultato compreso fra il 33,7 e il 33,8%, mentre l’SPD ha ottenuto fra il 30,8 e il 31,1. Seguono i liberali, che pregustano il gran ritorno in Parlamento a settembre, con un 12%, da ascrivere al consenso personale del loro Christian Lindner. I populisti di Afd entrano per la prima volta in questo parlamentino regionale, con una percentuale fra il 7,4 e il 7,8%. I Verdi, finora al governo, precipitano al 6%. E la sinistra della Linke, intorno al 5%, teme di non superare lo sbarramento.

La presidente del governo del Land, Hannelore Kraft, criticata dopo 7 anni per risultati poco soddisfacenti su scuola, sicurezza e disoccupazione, si è subito assunta ogni responsabilità, dimettendosi dai ruoli nel partito: era vicepresidente federale, e leader dei socialdemocratici della Vestfalia.

“Abbiamo 17 mila nuovi iscritti, abbiamo convinto un sacco di gente che vale ancora la pena. Dobbiamo rendere questo paese più giusto e difendere l’Europa dai populisti”, ha detto invece Schulz, manifestando meno delle due volte precedenti (la prima sconfitta nel Saarland, a fine marzo, la seconda 7 giorni fa nello Schleswig-Holstein) l’amarezza per un esito che non lo “lascia certo contento”. Confermando un approccio spontaneo, forse anche vagamente naif, Schulz ha fatto autocritica: “Ho capito che la gente non vuole che io parli solo di giustizia sociale. I cittadini vogliono sapere da me con precisione quale futuro immagino per questo Paese. Per questo da domani lavoreremo al programma, con una seduta speciale del partito. Prendo questa critica molto seriamente”, ha detto alla ZDF.

Potrebbe essere già troppo tardi, dopo 3 mesi di campagna elettorale. Lo sfidante di Merkel ha però ragione, quando sostiene che la strada per il recupero fosse dall’inizio “lunga”. Ha rilevato un partito in una grande crisi (al 23%), rilanciandolo con la sua discesa in campo, fino a un insperato sorpasso della Cdu. Quei numeri però oggi sono lontani, quanto la cancelleria: stando a un sondaggio Emnid per la Bild am Sonntag i socialdemocratici calano al 27%, il punto più basso toccato con il nuovo leader, e sono staccati di 10 punti dagli avversari dell’Unione.

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