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Turchia: calciatori invocano Ataturk, rischiano sanzioni

(Keystone-ATS) Scendono in campo invocando Mustafa Kemal Ataturk, ‘padrè della Turchia moderna, laica, democratica, e, miracolo, vincono contro la corazzata Fenerbahce: ora però rischiano pesanti sanzioni, per avere violato il veto alle attività politiche nel calcio imposto dal governo del premier Recep Tayyip Erdogan dopo la grande rivolta di Gezi Park.

È successo ai giocatori del ‘piccolò Fethiyespor, un club della Serie B turca, che sabato giocavano in Coppa di Turchia sul terreno del Fenerbahce a Istanbul. Gli undici calciatori del club ospite sono scesi in campo con sulle maglie ciascuno una lettera, che nell’allineamento della squadra durante l’esecuzione dell’inno nazionale formavano le due parole “Yuce Ataturk”, “Grande Ataturk”.

L’invocazione al padre della patria sembra avere funzionato. Il club di Fetiye, piccolo paradiso turistico della costa mediterranea della Turchia, ha battuto 2-1 i ‘colossì di Istanbul. Ma dopo la partita sono iniziati i guai. La Federcalcio turca ha deferito il Fetiyespor alla Commissione disciplinare, accusando il club di “essersi appropriato valori che appartengono a tutta la nazione per suscitare una controversia”.

Sempre popolarissimo in Turchia, Ataturk – fondatore nel 1923 della repubblica turca laica sulle rovine dell’impero ottomano – è però oggi anche un simbolo forte della laicità dello stato contro i rischi di deriva islamica e autoritaria del paese, che rappresenta per molti il premier Recep Tayyip Erdogan.

Durante le grandi proteste di Gezi Park in giugno, che hanno visto scendere in piazza quasi 4 milioni di turchi, i giovani manifestanti chiamavano alla resistenza contro Erdogan cantando “Mustafa Kemali Askerleriyiz”, “Siamo i soldati di Mustafa Kemal”.

Alle proteste anti-governative avevano aderito i club di tifosi di molte squadre di calcio, suscitando l’ira di Erdogan, che aveva promesso di ‘fare i contì anche con loro. Questa estate è stata imposta una norma che vieta qualsiasi manifestazione a carattere politico negli stadi. La Federcalcio turca sembra avere voluto fare un esempio con il ‘piccolò Fethiyespor, il cui presidente, Ozkan Ozcan Gunes non sembra però essersi fatto intimidire: “il messaggio è stato sentito da coloro a cui era destinato” ha detto.

Ma forse da parte dei dirigenti del calcio turco c’è stato un eccesso di zelo. Lo stesso ministro dello sport del governo Erdogan, Suat Kilic, si è dissociato. “Mustafa Kemal Ataturk è il fondatore della repubblica turca, un valore importante comune a tutta la società. Il suo nome, ha affermato, non può essere considerato un messaggio politico”.

Ma è vero che fra poche settimane inizia un cruciale tris elettorale – comunali, presidenziali e politiche – da cui dipende l’assetto futuro del paese, più islamico o più europeo, e ogni voto conta.

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