Uber deve pagare contributi sociali, analisi Unia
(Keystone-ATS) Uber, il servizio di trasporto automobilistico privato via app, tramite le sue filiali in Svizzera agisce come un normale datore di lavoro e non può quindi sottrarsi agli obblighi padronali, in particolare i contributi sociali.
Lo evidenzia una perizia giuridica commissionata dal sindacato Unia.
La perizia è stata fatta dal professore basilese Kurt Pärli e rappresenta la prima valutazione di diritto in questa materia, hanno dichiarato i dirigenti di Unia in una conferenza stampa stamane a Berna.
Uber si rifiuta di riconoscere i suoi “tassisti” come normali salariati e ha messo in piedi un sistema di fittizia indipendenza, mentre perfino la Suva ha già paragonato questa azienda a un normale datore di lavoro, soggetto quindi ai versamenti sociali.
Secondo la perizia, la relazione con i dipendenti è attestata in particolare dalle numerose istruzioni che l’azienda dà a ogni “tassista” chiamato ad eseguire una richiesta di trasporto.
Il sindacato Unia invita le autorità a far rispettare a Uber le disposizioni legali: periodo di riposo, durata massima dell’attività, protezione della salute. Tocca agli uffici cantonali delle circolazione stradale attivarsi rapidamente per far rispettare l’ordinanza sui conducenti professionali.