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Ubs, stagnazione consumi, bene industria auto ma commercio soffre

(Keystone-ATS) Continua il periodo di stagnazione sul fronte dei consumi: lo afferma oggi UBS, secondo cui l’indicatore sulla fiducia dei consumatori in luglio si è fermato a 1,41 punti, leggermente al disotto dell’1,44 registrato il mese precedente. Tra i fenomeni in crescita, stando a una nota odierna della maggiore banca elvetica, figurano le immatricolazioni di automobili, mentre il commercio al dettaglio continua a patire le conseguenze del franco forte.

Da giugno a luglio, “al netto delle variazioni stagionali, le immatricolazioni di nuove vetture hanno registrato un aumento del 14,4 percento”. Su un anno, le immatricolazioni di vetture nuove sono salite del 5,3% a 26 333 veicoli. “Dopo un debole primo semestre con una perdita di ben l’11,8 percento – precisa la nota di UBS – l’inizio del secondo semestre si è quindi rivelato lievemente più positivo per il settore automobilistico”.

Diversa la situazione per il commercio al dettaglio. In questo settore, si è assistito a un peggioramento dell’indicatore, sceso a -5 punti dai -2 di giugno.

I dettaglianti, sottolinea il comunicato, “hanno più volte segnalato nel corso degli ultimi due anni la situazione critica degli affari, malgrado la crescita economica nettamente positiva registrata in questo periodo”.

Tale fenomeno sarebbe riconducibile all’apprezzamento del franco sulla altre divise, fenomeno verificatosi tra il 2009 e il 2011, e le cui ripercussioni negative sugli affari si fanno sentire ancora oggi.

A causa del franco forte, “i prezzi hanno subito una compressione, registrando oggi (esclusi i carburanti) il 4 percento in meno rispetto a due anni fa”. Simile flessione esercita una pressione sui fatturati, erodendo i margini di guadagno e incidendo negativamente sulla fiducia dei commercianti.

Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, valore che viene calcolato dalla Segreteria di stato all’economia (SECO) e che confluisce nell’indicatore UBS, nel terzo trimestre si è verificata una leggera frenata: rispetto al periodo aprile-giugno, l’indicatore è quindi sceso negli ultimi tre mesi a -9 punti (da -6), “attestandosi in misura solo marginale al di sopra della media storica”.

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