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UBS-USA: non ci sarà secondo salvataggio UBS, Merz

(Keystone-ATS) BERNA – Non ci sarà un secondo salvataggio di UBS. È quanto ha affermato il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz in un’intervista che verrà diffusa stasera dalla televisione svizzero-tedesca e i cui contenuti sono stati anticipati nel sito online del “Tages-Anzeiger”. Per Merz è quindi importante che il parlamento adotti in giugno l’accordo rivisto tra Svizzera e Stati Uniti sull’UBS.
Al pari della collega in governo Micheline Calmy-Rey, anche il ministro delle finanze non vede alternativa alla firma di questo accordo che permetterà alle autorità di trasmettere, senza violare le norme elvetiche in materia di segreto bancario, alle autorità fiscali statunitensi i dossier riguardanti oltre 4500 presunti evasori del fisco americano.
Secondo Merz, un “no” delle Camere all’accordo rischia di riportarci indietro di due anni, al momento in cui UBS si dibatteva in grosse difficoltà generate dalle perdite sui mutui subprime e dalle accuse di Washington di aver aiutato facoltosi americani ad evadere il fisco a stelle e strisce.
Un parlamento riottoso potrebbe quindi incitare gli Usa a riavviare le cause contro la grande banca elvetica. Per Merz, sulla banca pende la spada di Damocle. A suo avviso sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro in Svizzera, si legge sul sito online del quotidiano zurighese.
Intanto, sull’edizione cartacea del giornale svizzerotedesco si legge che il Consiglio federale sarebbe inquieto, soprattutto per lo scetticismo col quale il Partito socialista ha accolto le recenti misure proposte dal governo sui bonus delle banche e sul problema del “too big to fail”.
In particolare, la sinistra vorrebbe misure concrete e non doversi accontentare di uno scadenziario, per quanto fitto, in vista dell’introduzione delle auspicate misure strutturali riguardanti per esempio i mezzi propri e le liquidità delle grandi banche.
Per convincere i “compagni” della serietà delle sue proposte e della volontà di tradurle in pratica, la ministra degli esteri socialista Micheline Calmy-Rey avrebbe preso contatto col proprio partito per indurlo ad approvare l’accordo. Il voto dei socialisti è determinante alle Camere, visto che l’UDC ha già detto che boccerà l’accordo bilaterale con gli Stati Uniti.

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