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Ucraina: Poroshenko chiede caschi blu. “Niet” da ribelli e Mosca

(Keystone-ATS) Umiliato militarmente dai ribelli filorussi che hanno cacciato l’esercito dalla città simbolo di Debaltsevo, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha lanciato un appello per dispiegare forze di pace nel Donbass allo scopo di monitorare la tregua sia sul fronte che ai confini con la Russia, dove secondo Kiev e l’Occidente passano uomini e mezzi di Mosca per sostenere i separatisti.

Una missione di peacekeeper, ha spiegato, “preferibilmente nel formato di una missione di polizia Ue, che dovrebbe agire in base ad una decisione del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Sembra una mossa disperata e confusa, che dimentica il diritto di veto russo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E che infatti è stata subito bocciata dai ribelli e da Mosca come una violazione degli accordi di Minsk, che prevedono solo gli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

L’appello è caduto nel vuoto anche a Bruxelles, dove una portavoce del servizio diplomatico, Catherine Ray, ha ricordato il sostegno della Ue alla missione Osce già presente sul posto, sottolineando che negli accordi di Minsk non sono previste altre forze di interposizione. L’Ue invierà invece blindati e fornirà immagini satellitari per monitorare il cessate il fuoco, mentre il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha riferito che l’Osce potrebbe inviare 400 osservatori.

Della proposta di Poroshenko, secondo il Cremlino, non si è neppure discusso nell’odierna conference call in formato Normandia con il presidente russo Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande. I quattro leader che hanno negoziato gli accordi di Minsk, dopo aver denunciato la violazione della tregua, hanno invece concordato – secondo l’Eliseo – di “mettere in atto con rigore l’interezza della serie di misure decise il 12 febbraio scorso”: i primi passi sono il cessate il fuoco, il ritiro delle armi pesanti e la liberazione dei prigionieri.

Poroshenko ha però chiesto “garanzie chiare” in caso di ulteriori tentativi di violazione degli accordi di Minsk da parte dei ribelli, dopo la presa di Debaltsevo: un conferma che ormai quella è una pagina chiusa.

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