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UDC: sì a iniziativa contro libera circolazione

L'ex consigliere federale Christoph Blocher all'assemblea dei delegati di Lausen. KEYSTONE/GEORGIOS KEFALAS sda-ats

(Keystone-ATS) I delegati dell’UDC, riuniti oggi in assemblea a Lausen (BL), hanno dato luce verde al lancio di un’iniziativa popolare contro la libera circolazione, volta a limitare l’immigrazione.

L’accordo in tal senso con l’Unione europea (UE) va abrogato, mediante negoziati ad hoc con Bruxelles, oppure disdetto unilateralmente dalla Confederazione.

I delegati hanno votato il principio: il contenuto esatto dell’iniziativa – “iniziativa per la limitazione dell’immigrazione” – verrà deciso in un secondo tempo. Il lancio vero e proprio di questa richiesta di modifica costituzionale è previsto entro la fine dell’anno in collaborazione con l’Azione per una svizzera neutrale e indipendente (ASNI).

Un gruppo di lavoro composto di esponenti dell’UDC e dell’ASNI dovrà elaborare il testo definitivo. Il presidente del gruppo sarà l’ex consigliere nazionale democentrista Caspar Baader.

Quest’ultimo ha presentato oggi ai 354 delegati due varianti. La prima prevede la disdetta pura e semplice dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Questo passo dovrebbe intervenire 12 mesi dopo un eventuale sì alle urne.

La seconda variante è più articolata. Oltre a ribadire il principio della gestione autonoma dell’immigrazione, già presente nell’iniziativa contro l’immigrazione di massa accolta dal popolo nel 2014, si prevede di vietare la conclusione di nuovi accordi internazionali e l’adeguazione di trattati esistenti in contraddizione con questa regola generale. Infine si mira a preservare la libera circolazione, a condizione che l’intesa venga rinegoziata nel senso del principio della gestione autonoma dell’immigrazione. In caso contrario, la disdetta dell’accordo è prevista quale ultima ratio.

Per Baader si tratta di dare la possibilità al Consiglio federale e al Parlamento di abrogare questo accordo senza disdirlo. A suo avviso, l’Ue ha interesse a mantenere gli accordi bilaterali I, di cui fa parte quello sulla libera circolazione. Per Bruxelles, i bilaterali I sono collegati: se ne viene disdetto solo uno di essi, cadono tutti.

Il comitato direttore dell’UDC si è detto a favore delle due varianti allo scopo di presentare il testo migliore possibile. Al voto, 301 delegati hanno sostenuto questa proposta. Altri trenta delegati si sono pronunciati per la seconda variante.

Prima di pronunciarsi sulle varianti allo studio, diversi esponenti di punta dell’UDC hanno criticato la forte immigrazione che interessa la Svizzera in questo momento. Il consigliere nazionale e presidente del gruppo democentrista alle Camere federali, Adrian Amstutz (BE), ha dichiarato che le 800 mila persone immigrate in Svizzera negli ultimi dieci anni hanno causato un incremento degli investimenti e dei costi.

A suo dire, i costi generati da questa “immigrazione di massa” sono superiori ai benefici. Gli affitti non fanno che crescere, come anche i premi di cassa malattia, mentre strade e treni sono strapieni.

Il consigliere nazionale ticinese Marco Chiesa ha dichiarato che la libera circolazione ha provocato sul mercato del lavoro del suo Cantone dumping sociale e salariale. La forza lavoro indigena viene sostituita da lavoratori stranieri.

Lo stratega del partito, l’ex consigliere federale Christoph Blocher, ha criticato i falsi pronostici sull’immigrazione. Il problema, a suo dire, è che ai politici manca la statura per ammettere questo errore.

Per l’imprenditore zurighese, la Svizzera deve rimanere indipendente e curare le proprie relazioni di amicizia con tutti gli Stati. La Svizzera non può incatenarsi all’Ue, permettendo a quest’ultima di prendere decisioni al posto nostro.

Il presidente del partito, il consigliere nazionale Albert Rösti (BE), ha criticato dal canto suo la volontà della Confederazione di concedere un ulteriore miliardo di coesione agli stati Ue dell’Europa centrale e dell’Est, malgrado Bruxelles abbia detto no a negoziati per l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa adottata dal popolo nel 2014.

Per Rösti l’immigrazione deve rimanere sotto il controllo della sola Svizzera. Per questo l’accordo sulla libera circolazione con Bruxelles va abolito.

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