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UE: ad un passo da intesa su ripartizione dei migranti

(Keystone-ATS) Per avere l’ufficialità si dovrà attendere domani, ma sembra che il piano di ricollocamento nei diversi Paesi dell’Ue di 40’000 migranti, ospitati in Italia e Grecia, sia finalmente destinato a partire.

I partner Ue avrebbero infatti dato la loro disponibilità ad accogliere i migranti e l’obiettivo che la Commissione si era data – dopo aver rinunciato all’obbligatorietà delle quote – appare davvero a portata di mano.

“Le cifre saranno fornite direttamente dai ministri e quindi dobbiamo aspettare domani, ma si può ipotizzare che la soglia sia stata raggiunta o comunque che ci siamo talmente vicini da non far naufragare l’intero piano”, spiega un diplomatico europeo.

Per conoscere i numeri, però, si dovrà attendere la riunione straordinaria dei ministri della Giustizia e degli Affari interni, convocata a Bruxelles, che per l’Italia vedrà la presenza del ministro Angelini Alfano.

Ogni Paese ha acconsentito ad ospitare un certo numero di persone bisognose di protezione internazionale. L’impegno sarà diverso a seconda della generosità e delle capacità del singolo Stato. I 40’000 si aggiungeranno ai 20’000 reinsediamenti (migranti provenienti dai campi profughi) su cui l’intesa era già stata raggiunta.

I colloqui bilaterali del Lussemburgo, attuale presidente dei turno dell’Ue, con i diversi partner Ue sono proseguiti per l’intero week end. La Rappresentanza lussemburghese a Bruxelles non ha voluto fornire dettagli, ma sembra che anche le ultime resistenze della Spagna, la più restia a dare la propria disponibilità, siano alla fine venute meno: fonti diplomatiche riferiscono che Madrid sarebbe pronta ad accogliere circa 4000 migranti.

Anche Austria e Slovacchia sarebbero pronte a formalizzare il loro impegno. Particolarmente generoso dovrebbe essere il contributo tedesco, visto che Berlino avrebbe aumentato il già considerevole numero di richiedenti asilo che è disposta ad accogliere. Nessun Paese, spiegano fonti Ue, dovrebbe comunque superare i 10’000 migranti.

Oltre al ricollocamento, i ministri discuteranno anche le questioni finanziarie: per i cosiddetti ‘hotspot’, centri di prima accoglienza dove identificare e processare le domande di asilo, la Commissione avrebbe pronti 60 milioni. Pochi per le esigenze di Roma e Atene. Soprattutto calcolando che i due Paesi più esposti ai flussi migratori devono sostenere anche i costi dei rimpatri. Per questi ultimi, però, dovrebbero arrivare in soccorso i fondi di Frontex allo scopo di finanziare i voli charter per il rimpatrio dei migranti economici. Se l’intesa sarà confermata domani, dopo un passaggio all’Europarlamento, i primi trasferimenti potrebbero partire fra ottobre e dicembre.

Sempre domani, e sempre a Bruxelles, si terrà il Consiglio Affari Generali. Sul tavolo dei ministri degli Esteri il dossier più ‘caldo’ sarà certamente quello libico. Alla riunione parteciperà Bernardino Leon, rappresentante speciale delle Nazioni Unite. Il diplomatico spagnolo illustrerà l’accordo di pace siglato in Marocco dal governo di Tobruk (riconosciuto dalla comunità internazionale) e da alcune fazioni politiche. Testo su cui, però, manca la firma del governo di Tripoli, controllato dalle milizie islamiche.

Qualche governo europeo vorrebbe discutere la possibilità di avviare sanzioni contro chiunque ostacoli il processo di pace: ma secondo fonti diplomatiche, più che una reale opzione, si tratterebbe di un modo per fare pressione proprio sul governo di Tripoli, visto che sull’ipotesi manca il consenso fra i Paesi Ue.

I ministri parleranno anche di Iran: Federica Mogherini illustrerà il recente accordo con Teheran sul nucleare. È previsto anche un pranzo con il primo ministro tunisino, Habib Essid: l’obiettivo è quello di capire come aiutare Tunisi, sia in campo economico che dal punto di vista della sicurezza, dopo l’ultimo attentato terroristico.

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