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Ue: nel G20 si allarga piaga del protezionismo, anche in Svizzera

La commissaria ue al commercio Cecilia Malmstroem KEYSTONE/EPA/THIERRY MONASSE sda-ats

(Keystone-ATS) Il protezionismo non è solo una minaccia per l’economia europea ma è una piaga che si allarga già a macchia d’olio, con un aumento del 10% delle barriere commerciali. Soprattutto tra le economie del G20.

E’ l’allarme lanciato dall’Ue a una settimana dal vertice di Amburgo, dove intende fare pressione sui partner. Nel rapporto vengono citate anche le disposizioni della Legge sulle imprese artigianali (LIA) in Ticino.

Intanto arriva anche un avvertimento agli Usa: in caso di misure contro l’acciaio europeo, l’Ue è pronta alla “rappresaglia”. E, a riprova della sua determinazione, soffia sul fuoco preparando per mercoledì la multa antitrust da oltre 1 miliardo a Google.

Secondo il rapporto annuale della Commissione europea sulle barriere commerciali, nel 2016 sono state adottate ben 36 nuove misure discriminatorie, di un impatto negativo potenziale di 27,17 miliardi sull’economia Ue. Salgono così a 372 gli ostacoli al commercio esistenti, di cui la maggior parte targati Russia (33), Brasile, Cina e India (23 a testa), poi Indonesia e Corea del Sud (17), Argentina e Usa (16), Turchia (15) e Australia (13). Tutti Paesi che fanno parte del G20.

A imporre più misure protezionistiche nel 2016 sono state Russia e India, seguite da Svizzera, Cina e Turchia. I settori più colpiti sono vini e agroalimentare, poi farmaceutico, auto e siderurgico oltre a misure orizzontali che colpiscono in modo indiscriminato. Per la Svizzera si tratta in particolare dell’obbligo di registrazione imposto dalla Legge sulle imprese artigianali (LIA), la nuova normativa sul pagamento dell’IVA per le imprese estere ed una disposizione doganale sulle carni stagionate.

“Vediamo chiaramente che la piaga del protezionismo è in aumento” ed “è preoccupante che i Paesi del G20 stiano mantenendo il più alto numero di barriere commerciali”, ha affermato la commissaria al commercio Cecilia Malmstroem. “L’Ue non starà a guardare e non esiterà a usare gli strumenti a disposizione”.

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