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Ue: scontro Consiglio-Parlamento su bilancio, rischio shutdown

(Keystone-ATS) Continua lo scontro tra Parlamento e Consiglio sui bilanci Ue e l’Unione europea rischia lo shutdown: a novembre potrebbe non avere i soldi per pagare le fatture della politica regionale, dello sviluppo rurale e per i suoi impegni internazionali. Dopo l’ultimo incontro tra i negoziatori delle tre istituzioni europee, la Conferenza dei presidente dell’Eurocamera ha deciso di eliminare dall’agenda della prossima plenaria la votazione sul bilancio pluriennale (Qfp) 2014-2020.

Parlando di un Consiglio (l’organo comunitario che rappresenta i governi) “paralizzato dalla sua stessa testardaggine”, il capogruppo dei social-democratici (S&D), Hannes Swoboda, ha spiegato la decisione dell’Europarlamento denunciando che “non vi è alcuna base ragionevole per un accordo la prossima settimana”.

A tenere in stallo la trattativa, tre punti principali, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari: la macrocondizionalità che i governi “rigoristi” vorrebbero introdurre nei fondi strutturali (in pratica i fondi regionali non sarebbero erogati se non vengono rispettate tutte le condizioni, a partire dal rispetto degli obiettivi di deficit e debito), la condizione imposta al Parlamento di approvare il Qfp prima di dare il via libera formale alla “manovra” correttiva da 3,9 miliardi necessaria per ripianare il “buco” nel budget 2013, e le proposte di tagli al “frontloading” (l’anticipo) delle risorse per le misure contro la disoccupazione giovanile nel budget 2014.

Inoltre i parlamentari lamentano che i governi hanno approvato 400,6 milioni del fondo di solidarietà a favore di Germania e altri paesi colpiti da inondazioni, ma pretendano che questo finanziamento non avvenga con “denaro fresco”, ma venga ricavato dai 3,9 miliardi della manovra aggiuntiva.

“La proposta di punire le regioni con il ritiro dei fondi, se i governi nazionali violano le regole di bilancio è assurda e inaccettabile” afferma Swoboda.

“Stiamo cercando di capire le ragioni della decisione del Parlamento – dice Patrizio Fiorilli, portavoce del Commissario al Bilancio Lewandowski – Ma siamo sorpresi e molto preoccupati perché già ieri nel negoziato il Commissario ha spiegato che se non c’è voto e approvazione del bilancio correttivo a novembre non avremo più soldi per pagare”.

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