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Usa: 20enne stupra studentessa a Stanford, 6 mesi carcere

Un giudice clemente: Aaron Persky ha trovato circostanze attenuanti per il giovane stupratore Keystone/AP The Recorder/JASON DOIY sda-ats

(Keystone-ATS) Sei mesi di carcere per aver stuprato una ragazza incosciente: la pena comminata da un giudice della California nei confronti di Brock Turner, 20enne studente ed ex star della squadra di nuoto della Stanford University, ha scatenato un putiferio in America.

Secondo i critici la punizione è decisamente lieve per il crimine commesso, ma a far discutere è stata anche la reazione del padre del ragazzo, per cui al contrario la pena è troppo dura.

L’episodio risale al gennaio del 2015: la violenza è avvenuta dietro un cassonetto dopo una festa ad alto tasso alcolico, mentre la 23enne era totalmente priva di conoscenza. Prima della sentenza, la ragazza ha scritto una lettera di 12 pagine nelle quali ha raccontato di aver bevuto molto al party, e di essersi risvegliata in ospedale, ma di non sapere cosa sia successo nel frattempo. E ha anche rivelato che la sua vita è stata stravolta da quell’incidente “traumatico”.

L’accusa aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere, ma secondo il giudice Aaron Persky, il fatto che sia Turner che la ragazza fossero ubriachi rende la sua colpa meno grave. Anche la giovane età del giovane e la fedina penale pulita lo hanno aiutato, e secondo il magistrato una pena maggiore avrebbe “un forte impatto su di lui”. “Penso che non sarà un pericolo per gli altri”, ha precisato Persky.

La sentenza, però, ha creato scandalo negli Stati Uniti: in molti hanno affermato che il ragazzo è stato “graziato” solo perchè è “bianco e benestante”. Un professore di Stanford ha dato persino il via ad una campagna per chiedere il richiamo formale del magistrato e la petizione su Change.org ha già superato le 190 mila firme.

“Il giudice Persky non ha capito che essere un atleta, bianco, di sesso maschile, in una prestigiosa università, non dà diritto alla clemenza – si legge nella petizione – Inoltre così non ha trasmesso il messaggio che la violenza sessuale è un crimine, a prescindere dalla classe sociale, dalla razza e dal sesso”.

A gettare benzina sul fuoco sono state anche le parole del padre di Brock, che ha parlato di “pena troppo dura” per un “atto di venti minuti” alimentato dall’alcol. “La vita di Brock è cambiata profondamente e per sempre dagli eventi del 17 e 18 gennaio scorso – ha affermato Dan Turner in una lettera pubblicata dai media Usa – Ogni suo minuto di veglia è consumato da preoccupazione, ansia, paura, e depressione. Questa sentenza ha distrutto lui e la nostra famiglia, la sua vita non sarà mai quella che ha sognato e per cui stava lavorando così duramente. Questo è il prezzo da pagare per un gesto di 20 minuti su 20 anni di vita”.

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