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USA: Epstein, testimone, Bill Clinton nella villa caraibica

(Keystone-ATS) Si allunga una nuova ombra su Bill Clinton e le sue frequentazioni con Jeffrey Epstein, il finanziere amico di ricchi e potenti suicidatosi in cella a New York mentre attendeva il processo per abuso di minorenni.

Un secondo testimone lo smentisce affermando che l’ex presidente frequentò il magnate nella lussuosa villa della sua isola caraibica privata, Little St James, uno dei teatri delle sue orge. Steve Scully, 70 anni, era un dipendente del finanziere, un tecnico informatico che si occupava delle linee telefoniche e internet su quell’isola. Ora ha affidato le sue rivelazioni alla nuova miniserie “Jeffrey Epstein: Filthy Rich”, un docufilm in onda da domani su Netflix che ricostruisce il network del pedofilo e il suo traffico sessuale.

Scully, secondo le anticipazioni dei media americani, riferisce di aver visto Clinton seduto da solo con Epstein nel portico della villa, senza suggerire tuttavia ipotesi di comportamenti inappropriati. L’ex dipendente racconta inoltre di aver visto altre “persone importanti” andare e venire nell’isola e di ricordare un ospite completamente nudo circondato da tre ragazze in topless. “Dici a te stesso che non sapevi con certezza e non hai mai visto nulla davvero ma questo è solo un tentativo di razionalizzare”, ha osservato.

Prima di lui Virginia Roberts Giuffre, 36 anni, una delle vittime di Epstein, aveva già riferito di aver visto Clinton nell’isola, la stessa dove ha sostenuto di essere stata costretta ad un’orgia con il magnate, il principe Andrea e nove ragazzine. La donna ha testimoniato di aver cenato sull’isola con l’ex presidente, Ghislaine Maxwell – l’ex amante e complice di Epstein – ed altre due donne di New York. La serata, stando alla sua versione, finì con Bill “a passeggio nel buio con due bellissime ragazze intorno alle sue braccia”.

Le sue dichiarazioni fanno parte di una inchiesta ancora in corso su eventuali correi di Epstein e che lo scorso agosto ha portato l’FBI a perquisire la villa caraibica: un’oasi blindata con docce per dieci persone, strutture sotterranee, stanze per i massaggi, porte nascoste e un tempio misterioso.

Clinton ha ammesso di aver fatto all’inizio degli anni Duemila quattro viaggi all’estero a bordo del jet privato del finanziere, denominato inequivocabilmente Lolita Express, ma ha sempre negato di essere stato a Little St James, come pure nel ranch del magnate in New Mexico e nella sua residenza in Florida, tutti luoghi in cui si consumavano quei “terribili crimini” di cui ha giurato di non sapere nulla.

I due però si conoscevano bene, come suggeriscono alcune foto che mostrano Bill con la Maxwell e con la “schiava del sesso” Chauntae Davies, massaggiatrice personale del finanziere. O l’imbarazzante quadro appeso nella lussuosa mansion di Epstein a Manhattan, raffigurante l’ex presidente adagiato su di una poltrona con le gambe accavallate sul bracciolo, un abito da donna blu e un paio di scarpe rosse con i tacchi: un chiaro riferimento al look di Monica Lewinsky nel giorno del famigerato incontro nello Studio Ovale.

Se le nuove rivelazioni fossero fondate, sarebbe un brutto colpo non solo per i Clinton ma anche per i possibili effetti sulla campagna elettorale democratica, con Donald Trump sempre pronto a cavalcare ogni scandalo. “La domanda è se Clinton sia mai stato su quell’isola”, aveva chiesto il tycoon un anno fa.

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