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Usa: Georgia ferma boia all’ultimo minuto, fiala veleno anomala

(Keystone-ATS) Una nuova crepa si è aperta nel sistema dell’iniezione letale negli Usa: mentre a Washington la Corte Suprema esamina la costituzionalità dei protocolli di esecuzione, le autorità carcerarie della Georgia hanno fermato in extremis la mano del boia quando la dose di pentobarbital che avrebbe dovuto uccidere una donna – la prima nello stato in 70 anni – è risultato “torbido” all’esame di laboratorio.

Kelly Renee Gissendaner, 46 anni, condannata a morte per l’assassinio del marito nel 1997, avrebbe dovuto ricevere l’iniezione ieri, dopo che nei giorni scorsi l’esecuzione era stata “rinviata per neve”. Gwendolyn Hogan, la portvoce del carcere, ha detto che l’esecuzione è stata fermata per “eccesso di prudenza”.

Il pentobarbital, un potente sonnifero, è l’unico farmaco usato in dosi massicce in Georgia per uccidere un condannato a morte da quando il cocktail tradizionale è venuto a mancare per il boicottaggio delle case farmaceutiche. Per le ultime esecuzioni lo stato aveva ottenuto il veleno da locali farmacisti anonimi.

La legge della Georgia proibisce di diffondere notizie sulla fonte delle sostanze usate nelle iniezioni letali. Gli avvocati della Gissendaner avevano chiesto il rinvio sulla scorta del fatto che a Washington è in corso il riesame del sistema dell’iniezione chiesto da un gruppo di detenuti della Oklahoma, uno dei quali paradossalmente già messo a morte.

Prima che ieri in serata arrivasse lo stop delle autorità del carcere, i legali avevano aggiunto alla petizione un’altro ricorso: il riesame del processo della donna per non aver commesso il fatto. Il marito in realtà si sarebbe suicidato. Kelly sarebbe stata la sedicesima donna – contro circa 1.400 uomini – messa a morte negli Usa da quando nel 1976 la Corte Suprema ha autorizzato il ritorno della pena capitale.

Negli ultimi tempi, anche alla luce della decisione dei togati di Washington di accogliere il riesame, gli stati Usa ancora “retenzionisti” hanno adottato atteggiamenti divergenti, alcuni sperimentando nuovi protocolli di esecuzioni mai testati prima d’ora su esseri umani. C’è poi il Wyoming che studia il ritorno al plotone di esecuzione, mentre la Pennsylvania ha adottato una moratoria che resterà in effetto fino a quando il governatore non avrà ricevuto e revisionato il nuovo rapporto della di una task force statale sulla pena di morte.

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