Prospettive svizzere in 10 lingue

USA, monito di Obama: Selma è ora”

(Keystone-ATS) “Ferguson non è un caso isolato”. E ancora: “Selma non riguarda il passato. Selma è ora”. Barack Obama torna con forza sulla questione razziale in America. Lo fa a 48 ore dal rapporto sui comportamenti shock della polizia della cittadina del Missouri. Ma soprattutto alla vigilia delle celebrazioni per i 50 anni dalla marcia di Selma, in Alabama, che cambiò la storia dei neri d’America e del movimento per la difesa dei diritti civili.

L’anniversario di quello che viene ricordato anche come il ‘Bloody Saunday’ (con la polizia che caricò violentemente la folla enorme che protestava per il diritto di voto agli afroamericani) cade in un momento in cui tanti episodi legati al razzismo, all’uso eccessivo della forza e ai metodi discriminatori della polizia scuotono e dividono diverse comunità negli Stati Uniti. Con rabbia e tensioni che spesso sconfinano nella violenza.

Del resto gli ultimi sondaggi parlano chiaro: per 4 americani su 10 le relazioni tra bianchi e neri sono peggiorate da quando alla Casa Bianca c’è il primo presidente afroamericano. Un aspetto con cui Obama fa i conti ogni giorno, spesso accusato di non fare abbastanza ma ossessionato dal non apparire un presidente di parte.

“Non penso che quello che è accaduto a Ferguson sia tipico di ciò che accade nel Paese – ha spiegato Obama in un’intervista rilasciata alla vigilia delle commemorazioni – ma non è un caso isolato. Penso che ci siano circostanze nelle quali la fiducia tra le comunità e le forze dell’ordine si è deteriorata. E credo che singoli individui o interi dipartimenti di polizia nel Paese potrebbero non aver ricevuto la giusta formazione. E potrebbero non esercitare quella che dovrebbe essere la loro responsabilità primaria: assicurare che stanno proteggendo e servendo tutti i cittadini, non solo alcuni”.

L’anniversario di Selma, però, cade anche nel momento in cui il movimento dei diritti civili, sulle ali delle battaglie dei decenni passati, è a un passo da un’altra storica vittoria: quella della legalizzazione delle nozze gay in tutta l’America.

Lo stesso Obama – che sarà a Selma insieme alla first lady Michelle e alle figlie Malia e Sasha – ha sottolineato come le questioni legate agli immigrati e agli omosessuali siano le nuove frontiere nel campo dei diritti civili. “L’idea secondo cui alcuni ragazzi che sono stati portati in America quando avevano 2 o 3 anni e che a 20 o 25 anni possono essere deportati dopo essere cresciuti qui – spiega il presidente – questa idea non è ciò che noi siamo. Non è certo lo spirito della marcia di Selma”. “Come non lo è l’idea che si possa discriminare persone che hanno un orientamento sessuale differente. Perchè tutti devo essere trattati come uguali di fronte alla legge. E tutti devono avere le stesse opportunità”.

Il cuore del messaggio di Obama davanti alle migliaia di persone che come quel 7 marzo 1965 si accalcheranno attorno all’Edmund Pettus Bridge di Selma sarà proprio questo: “Il movimento dei diritti civili non ha aperto la strada solo agli afroamericani. Non è qualcosa che riguarda solo i neri, ma qualcosa che riguarda l’America”.

Ad ascoltarlo ci sarà anche l’ex presidente George W.Bush, assieme a tantissime altre personalità. Anche del mondo dello spettacolo, da Lady Gaga (che si esibitrà dopo l’intervento del presidente) al leader degli U2 Bono Vox.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR