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USA: morto Howard Zinn, scrisse la storia americana dei “vinti”

(Keystone-ATS) WASHINGTON – Lo storico Howard Zinn, considerato uno dei più importanti studiosi della sinistra radicale statunitense, è morto, a causa di un infarto, a Santa Monica, in California, all’età di 87 anni.
Autorevole studioso di fama internazionale, professore emerito di scienze politiche e storia contemporanea presso la Boston University, Howard Zinn è stato tra i più brillanti storici degli Stati Uniti d’America. È celebre per aver scritto il controverso saggio “Storia del popolo americano” (titolo originale “A people’s history of United States”), nel quale racconta la storia degli USA partendo non dai presidenti o dalla classe dirigente, ma da quelle persone escluse dalla storia, ovvero i poveri, i nativi americani, gli schiavi di colore, le donne, insomma i cosiddetti “vinti”.
Pubblicato nel 1980 con una tiratura di 5000 copie, “Storia del popolo americano” aveva venduto fino al 2003 più di un milione di copie solo negli Stati Uniti e ha ricevuto pubblici apprezzamenti da noti personaggi come Matt Damon, Ben Affleck, Oliver Stone e Bruce Springsteen. Un apprezzamento tuttavia non unanime: Arthur Schlesinger Jr, il grande storico liberale consigliere del presidente Kennedy, dopo aver letto il libro esclamò: “Non è opera di uno storico ma di un polemista”.
Nel saggio Zinn accusa Crostoforo Colombo e gli altri esploratori europei di aver commesso un genocidio e critica ferocemente molti presidenti statunitensi, tra i quali Franklin Delano Roosevelt. Voce libera ed originale, scrittore attento e preciso, Zinn è stato a lungo uno dei punti di riferimento più importanti dei movimenti per la pace in patria come all’estero.
Tra i suoi libri sono stati tradotti in italiano “Non in nostro nome” (Il Saggiatore, 2003), “Disobbedienza e Democrazia. Lo spirito della ribellione” (Il Saggiatore, 2003) e “Marx a Soho. Un monologo sulla storia” (Editori Riuniti, 2001).

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