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USA: Polanski, respinta in appello richiesta processo contumacia

(Keystone-ATS) LOS ANGELES – Il regista franco-polacco Roman Polanski, di 76 anni, non sarà giudicato in contumacia negli Stati Uniti per l’accusa di “rapporti sessuali illegali” con una tredicenne nel 1977.
Una corte d’appello della California ha infatti respinto un ricorso dei suoi legali contro una precedente richiesta di processo in contumacia rifiutata in gennaio da un tribunale di Los Angeles.
La stessa Corte d’appello della California ha respinto anche la richiesta della vittima di Roman Polanski di sospendere la procedura giudiziaria contro il cineasta. Samantha Geimer, oggi madre di tre figli, aveva chiesto la sospensione della procedura perché ha perdonato il regista franco-polacco e non vuole essere sotto le luci della ribalta ed essere costretta a “rivivere ogni giorno” la sua odissea personale. Ma la corte ora ha stabilito che i crimini di cui è accusato il regista sono troppo gravi per tenere conto dei motivi personali della vittima.
Sarah Ingram, portavoce di Polanski, ha detto che i suoi legali non volevano esprimersi riguardo ad eventuali ricorsi ad istanze superiori. Secondo la professoressa di diritto Laurie Levenson, gli avvocati potrebbero portare il caso alla Corte suprema della California ma le probabilità di successo sono infime.
La corte d’appello californiana ha ritenuto che Polanski “non è riuscito a dimostrare” che la decisione di prima istanza presa dal giudice Peter Espinoza non sia fondata. Quest’ultimo vuole che il cineasta sia “presente” al suo giudizio al fine di “difendere l’integralità del sistema giudiziario”: l’accusato è un latitante e non si può permettere che egli detti alla corte le condizioni del procedimento giudiziario. Polanski era infatti fuggito dagli Stati Uniti prima della sentenza, nel 1978, e non ha più rimesso piede nel Paese.
La sentenza d’appello californiana apre così la strada all’estradizione negli Stati Uniti di Polanski, arrestato il 26 settembre scorso al suo arrivo a Zurigo per ricevere un premio e al momento agli arresti domiciliari nel suo chalet di Gstaad (BE).
In Svizzera Polanski ha ancora la possibilità di ricorrere contro l’estradizione davanti al Tribunale penale federale e poi al Tribunale federale. La ministra di giustizia Eveline Widmer-Schlumpf in gennaio aveva sottolineato che tale procedura potrebbe durare mesi o anche un anno.

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