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Usa: sanità; Obama, avanti anche senza repubblicani

(Keystone-ATS) NEW YORK – “Troppe differenze su tanti punti”: il presidente americano barack Obama è deluso dall’atteggiamento dei repubblicani e se necessario andrà avanti sulla riforma della sanità anche senza di loro.
Obama ha tirato le somme di sette ore e mezza di dialogo alla Blair House invitando l’opposizione a un “esame di coscienza”. Ma se non si troveranno punti di convergenza per dare la mutua agli oltre 30 milioni di americani che non ce l’hanno Casa Bianca e democratici di Capitol Hill andranno avanti da soli.
Obama aveva aperto la maratona teletrasmessa alla Blair House con un appello allo spirito bipartisan: “non concentriamoci su quanto ci divide, ma su quello che ci unisce”. Il presidente ha fretta: secondo fonti democratiche avrebbe dato ai suoi uomini a Capitol Hill tempo fino al 26 marzo, un mese da domani, per far approvare la riforma che per 75 anni i suoi predecessori hanno eluso: ma i possibili “ponti” d’intesa sono sembrati sempre più fragili col passare delle ore.
Il numero due repubblicano al Senato, Jon Kyl, ha escluso che sia possibile raggiungere un accordo bipartisan sulla riforma della sanità nei tempi indicati da Obama. Il senatore repubblicano del Tennessee Lamar Alexander ha invitato a “ripartire da zero”. Non c’è tempo, ha replicato la Speaker democratica della Camera Nancy Pelosi. Consapevole che senza riforma il resto dell’agenda rischia il fiasco, la Casa Bianca ha cominciato a studiare dietro le quinte una riforma snellita di molti aspetti fondamentali.
Prima però i democratici potrebbero provare a spedire in porto il “testo unico” Obama sulla riforma a maggioranza semplice con l’inconsueta manovra parlamentare della “riconciliazione”, una procedura introdotta nel 1974 per arginare l’ostruzionismo sulle leggi di spesa. Lo stesso Obama ha avvallato questa via: “gli americani hanno diritto di vedere che votiamo. Un voto a maggioranza semplice ha senso”.
Il “Wall Street Journal” ha dato invece i dettagli sulla mini-riforma: dimezzamento del “pool” di nuovi assicurati che passano da 31 milioni a 15 milioni con costi per le casse federali di un quarto rispetto ai 950 miliardi del piano Obama. Questo obiettivo verrebbe raggiunto imponendo alle società di assicurazione di permettere ai giovani fino a 26 anni di restare nei piani dei genitori e allargando, ma di misura, due programmi federali, Medicaid (la mutua dei poveri) e il Children’s Health Insurance Program.

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