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Usa: Trump preme per tassi negativi, ma Powell lo stoppa

Jerome Powell frena la richiesta di Donald Trump di avere tassi di interesse negativi KEYSTONE/AP/Jacquelyn Martin sda-ats

(Keystone-ATS) Botta e risposta fra Donald Trump e Jerome Powell sui tassi di interesse negativi. Al pressing del presidente americano affinché vengano adottati dalla Fed per sostenere l’economia, Powell risponde un secco no.

Ribadendo la disponibilità della banca centrale a usare tutti gli strumenti a sua disposizione per spingere la ripresa, il numero uno della banca centrale americana respinge l’ipotesi di tassi negativi.

“Non sono un’opzione che stiamo valutando”, dice Powell che, solo poche settimana fa, li aveva definiti come una “risposta politica non appropriata” anche alla luce del fatto che la loro efficacia è dubbia. “C’è chi li sostiene. Noi riteniamo di aver un buon set di strumenti ed è quello che stiamo usando”, aggiunge Powell respingendo così le avance del presidente americano secondo il quale gli Stati Uniti meriterebbero il “regalo” di tassi negativi. Ma le sue parole non convincono Trump: il presidente della Fed ha fatto un buon lavoro negli ultimi mesi ma “su una cosa non siamo d’accordo: i tassi negativi”.

Secondo Powell non rappresentano una strada percorribile neanche di fronte alla “crisi senza precedenti” che ha innescato il coronavirus e che rischia di lasciare cicatrici durature. Di fronte ai significativi rischi al ribasso, all’economia americana potrebbero servire “ulteriori aiuti” pubblici dal Congresso che, seppur “costosi”, possono aiutare a “evitare danni di lungo termine e favorire una ripresa più forte”. Powell lancia quindi l’allarme su una ripresa possibilmente più lenta delle attese, e la possibilità che i problemi di liquidità possano trasformarsi in problemi di insolvenza. Il presidente della Fed ribadisce così la disponibilità della banca centrale a usare tutti gli strumenti a sua disposizione a sostegno dell’economia.

L’invito di Powell al Congresso a stanziare ulteriori aiuti all’economia arriva mentre i democratici propongono nuove misure di sostegno per 3’000 miliardi di dollari, che si andrebbero a sommare ai 3’000 miliardi già stanziati. Si tratta comunque di un piano non destinato ad avere un gran seguito: la Casa Bianca lo ha già definito “non serio”, mentre i repubblicani preferiscono attendere e vedere l’evoluzione degli eventi prima di un nuovo intervento che, secondo i democratici, andrebbe ad aiutare anche gli stati e gli enti locali. Ma attendere può rivelarsi più costoso che agire.

“La risposta economica è stata tempestiva e ampia ma potrebbe non essere quella finale data l’elevata incertezza e i significativi rischi”, dice Powell gelando le borse. In forte calo Wall Street che, freddata da Powell, paga anche i timori del riaccendersi delle tensioni fra Stati Uniti e Cina. Timori alimentati dalla decisione del fondo pensione dei lavoratori federali di ritardare investimenti in società cinesi come chiesto dalla Casa Bianca, secondo la quale si tratta di investimenti che mettono in pericolo la sicurezza nazionale e rischiosi in caso di sanzioni a Pechino per il coronavirus.

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