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USS esige misure protettive rafforzate per lavoratori vulnerabili

Se, in Ticino, il Consiglio federale ha permesso la chiusura dei cantieri per far fronte al coronavirus, non è così in molte altre regioni della Svizzera KEYSTONE/TI-PRESS/DAVIDE AGOSTA sda-ats

(Keystone-ATS) Occorre intensificare urgentemente l’attuazione delle misure di protezione sanitaria per i lavoratori particolarmente vulnerabili. È quanto chiede l’Unione sindacale svizzera (USS).

A suo avviso, il Consiglio federale ha apportato venerdì i chiarimenti necessari affinché i cantoni prendano ulteriori provvedimenti contro la pandemia, ma la decisione governativa non contempla i lavoratori più vulnerabili, che sono obbligati a ritornare al lavoro. Per l’USS, ciò è incomprensibile e contraddittorio.

Stando all’organizzazione sindacale, numerosi lavoratori che erano in congedo oggi hanno dovuto riprendere il lavoro sui cantieri. “Abbiamo ricevuto svariate chiamate da persone preoccupate”, ha detto all’agenzia Keystone-ATS il responsabile della comunicazione presso l’USS, Urban Hodel. Molti avevano paura perché dovevano utilizzare di nuovo i trasporti pubblici.

Secondo Hodel, in taluni casi si è arrivati a licenziamenti, poiché i datori di lavoro hanno ritenuto l’atteggiamento dei dipendenti di voler rimanere a casa come un rifiuto di compiere il proprio lavoro. Secondo l’USS, se il Consiglio federale mantiene questa disposizione potrebbe venir meno la fiducia dei lavoratori nelle misure prese contro la propagazione del coronavirus.

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