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VD: UDC di nuovo in crisi per registrazione clandestina

(Keystone-ATS) La sezione vodese dell’UDC è di nuovo in crisi: la presidente Fabienne Despot ha ammesso oggi di aver registrato, a loro insaputa, i dirigenti del partito cantonale nel corso di una riunione nel 2014.

Confermando le rivelazioni del giornale “La Liberté” di sabato scorso, la stessa Despot e il segretario generale Kevin Grangier hanno confermato oggi nel corso di una conferenza stampa l’esistenza di una registrazione clandestina, nonché di un tentativo di ricatto nei riguardi dell’UDC da parte di un membro del Partito borghese democratico (PBD), Jean-Luc Laurent. Rammaricandosi di aver agito a questo modo, la presidente parla di “goffaggine” e di “ingenuità”.

“Ho commesso l’errore di registrare una seduta informale allo scopo di conservare le mie osservazioni, per evitare che siano deformate” ha precisato la Despot. La registrazione è avvenuta nell’aprile 2014.

“Ho agito in questo modo per difendermi, senza volontà di nuocere”, ha sottolineato. La presidente spera ora che i membri del partito, “ormai informati della verità”, continueranno a darle fiducia.

La presidente ha dichiarato di non avere l’intenzione di dimettersi dall’incarico, né di ritirare la candidatura per le elezioni federali del prossimo autunno, quando sarà in corsa sia per il Consiglio nazionale che per il Consiglio degli Stati. “Ma tutto ciò non va escluso”, ha aggiunto.

Entrata in carica nel dicembre 2013, la presidente cantonale è già stata al centro di una precedente crisi, scoppiata nel marzo 2014, quando un consigliere comunale di Losanna l’aveva accusata in una lettera aperta di “trascorrere il suo tempo a complottare”. Il consigliere aveva inoltre insinuato che l’entourage della presidente fosse responsabile della divulgazione di documenti confidenziali che avevano messo in difficoltà il coordinatore romando dell’UDC Claude-Alain Voiblet.

In seguito alle denunce presentate da diversi membri dell’UDC vodese, la registrazione all’origine del recente episodio è stata sequestrata a Jean-Luc Laurent, afferma il giornale “Le Temps”.

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