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Vicenda Gheddafi: processo d’appello di Max Göldi rinviato

(Keystone-ATS) BERNA – Il processo d’appello per “soggiorno illegale” contro Max Göldi, uno dei due ostaggi svizzeri in Libia, è stato rinviato, ha indicato oggi all’ATS il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Göldi doveva comparire oggi in tribunale, ma non si è presentato. In precedenza era pure stato rinviato il dibattimento contro l’altro svizzero trattenuto in Libia, Rachid Hamdani.
La nuova udienza per Göldi è stata fissata il 24 gennaio, ha indicato il portavoce del DFAE Lars Knuchel. Il collaboratore ginevrino dell’avvocato dei due svizzeri, Dominique Wisler, dal canto suo ha indicato che potrebbe tenersi il 28 gennaio.
Il 24 gennaio è pure la data in cui è stato aggiornato il processo di Hamdani, stando a quanto dichiarato dal suo avvocato libico Salah Zahaf e confermato dal DFAE lo scorso 10 gennaio.
Il 30 novembre scorso Hamdani e Göldi, che risiedono all’ambasciata svizzera, sono stati condannati a 16 mesi di carcere e a una multa di 2000 dinari (circa 1600 franchi) per violazione delle norme sui visti.
Hamdani, uomo d’affari svizzero-tunisino, doveva comparire il 10 gennaio davanti alla giustizia libica, dopo un primo aggiornamento deciso il 22 dicembre per assenza dell’imputato. A Göldi, già dirigente della filiale del gruppo elvetico-svedese ABB in Libia, secondo lo stesso scenario, dopo il primo aggiornamento toccava presentarsi oggi. I due svizzeri hanno sempre agito di concerto. L’analogo svolgimento dei fatti non costituisce dunque una sorpresa.
Contro i due ostaggi è pendente anche un altro processo, per “attività economiche illegali”. Anch’esso è stato aggiornato a due riprese perché il giudice esigeva la presenza dei due accusati: l’udienza di Max Göldi è ora prevista il 16 gennaio, quella di Rachid Hamdani l’indomani.
I due svizzeri sono trattenuti in Libia dal 19 luglio 2008. In Svizzera la loro vicenda è considerata una ritorsione del regime di Muammar Gheddafi per il fermo a Ginevra, il 15 luglio dello stesso anno, di suo figlio Hannibal e di sua nuora Aline, accusati di maltrattamenti da due domestici maghrebini.

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