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WEF Davos: 50 persone denunciano forum dei potenti

(Keystone-ATS) Benché in tono decisamente minore rispetto agli anni scorsi, anche quest’anno un drappello – una cinquantina di persone – ha voluto esprimere il proprio dissenso nei confronti del World Economic forum (WEF) di Davos – appuntamento che riunisce migliaia di personalità del mondo dell’economia e della politica – reo a parere dei protestatari di non dare spazio sufficienza alla società civile e ai problemi che l’assillano.

Donne e uomini importanti prendono decisioni che toccano miliardi di persone senza che la voce di quest’ultimi venga ascoltata, ha dichiarato Hennig Zierock, presidente dell’associazione “Kultur des Friedens” (Cultura della pace) che ha organizzato la manifestazione. Noi siamo qui per dare voce anche ai reietti, ha aggiunto, precisando di non aver visto un solo “rifugiato alla tribuna del WEF”.

I partecipanti discutono di temi quali la guerra, la pace o l’ambiente senza tuttavia affrontare alla radice le cause dei problemi, ha sostenuto Zierock.

Fondata nel 1988 a Tubinga (D), Kultur des Friedens è attiva in diverse regioni del globo afflitte da conflitti. Da anni fa sentire le proprie regioni nella stazione turistica grigionese in occasione del WEF.

Per questa edizione, gli organizzatori hanno anche voluto ricordare i 43 studenti messicani scomparsi nel settembre scorso, probabilmente vittime di narcotrafficanti. I ritratti dei giovani, che si battevano per il ritorno alla legalità in un paese ostaggio di bande armate e della miseria diffusa, sono stati appesi a dei pupazzi di neve. Con questo gesto, gli attivisti hanno voluto ricordare questo dramma e la povertà che attanaglia buona parte del pianeta.

Alcuni rappresentanti di Amnesty International, presenti alla manifestazione, hanno chiesto la liberazione del blogger e attivista Raif Badawi, condannato in Arabia Saudita a dieci anni di carcere e a 1000 scudisciate, di cui 50 già inflitte in pubblico lo scorso 9 di gennaio.

Fino all’anno scorso, le proteste a Davos erano organizzate dai Verdi locali, con alla testa il segretario del partito Rolf Marugg. Ma da quando è diventato presidente del consiglio comunale, Marugg ha dovuto sotterrare l’ascia di guerra. Tuttavia, è stato visto, anche se brevemente, sul luogo della protesta.

Da qualche anno, le manifestazioni anti-WEF denotano una certa stanchezza, accentuatasi quest’anno dopo il ritiro dalla manifestazione di Public Eye, portavoce più importante e perseverante dell’opposizione alla globalizzazione e dei suoi cantori. Nel 2000 e 2001, le proteste avevano toccato l’acme, con violenze a Davos, Landquart (GR) e Zurigo.

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