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WEF Davos: aziende svizzere preoccupate per “hard Brexit”

Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann stringe la mano a Sergio Ermotti, CEO di UBS KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) Dopo l’annuncio di ieri della premier britannica Theresa May di una “hard Brexit”, tramite cui la Gran Bretagna intende tra l’altro uscire dal mercato unico europeo, regna un clima di preoccupazione anche per le aziende svizzere.

Lo ha affermato il consigliere federale Johann Schneider-Ammann oggi a Davos (GR), a margine del Forum economico mondiale (WEF).

“La Brexit è stato un tema importante” nella colazione di lavoro odierna con alti rappresentanti dell’economia, ha detto Schneider-Ammann.

L'”hard Brexit” non è un possibile modello per la Svizzera, ha riferito all’ats il ministro dell’economia. I bilaterali sono esplicitamente sostenuti e incoraggiati dalle preminenti aziende elvetiche.

Prepararsi alla Brexit

Da parte delle imprese, si è chiesto al governo svizzero di prendere contatto con la Gran Bretagna il prima possibile. Lo scopo è quello di stabilire le future relazioni economiche e politiche con il Regno Unito per il periodo dopo l’uscita dall’Unione europea. Ciò “ha la massima priorità” dal punto di vista dell’economia.

Queste richieste non sono venute solo da parte delle banche, ha aggiunto Schneider-Ammann. Ogni gigante farmaceutico sa esattamente che può fare affari con la Gran Bretagna solo se il sistema finanziario funziona senza problemi.

Vertici di banche, assicurazioni ma non solo

Più di una decina di top manager dell’economia svizzera erano invitati alla colazione di lavoro, tra cui il CEO di UBS Sergio Ermotti e il presidente della direzione di Zurich Mario Greco.

Oltre a rappresentanti di banche e assicurazioni, erano presenti anche i vertici di altre aziende importanti in Svizzera come Novartis, ABB, Swiss o Schindler.

Nell’incontro si è discusso di temi per cui l’economia si aspetta un attivo impegno nella ricerca di una soluzione da parte della politica. Oltre alla richiesta di una politica per un mercato aperto, si è parlato di digitalizzazione e dei bilaterali, così come dei costi supplementari che la burocrazia comporta e che possono nuocere alla competitività.

A questo proposito, il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca ha citato l’esempio della registrazione del tempo di lavoro. Ha affermato che si potrebbe semplificare questa esigenza regolamentare, senza nuocere alla salute degli impiegati. “Abbiamo bisogno di adeguare questa legge ai tempi moderni, ovvero ai tempi di lavoro flessibili”, ha continuato.

Riforma tre delle imprese (RIE III)

Anche la votazione sulla terza riforma fiscale delle imprese (RIE III) è stata oggetto di discussione. “Aiutateci a ottenere questo voto”, ha detto il consigliere federale ai direttori delle società presenti. Questa riforma dovrebbe garantire la sicurezza giuridica del Paese, la cosa più importante, a suo avviso.

Alla domanda su cosa fare in caso di “no” popolare il prossimo 12 febbraio, Schneider-Ammann non ha risposto. Non ha voluto dare l’impressione che questa votazione sia in pericolo.

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