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WEF Davos: mini-attentato in un hotel, nessun ferito

(Keystone-ATS) Piccola detonazione senza conseguenze stamane nel sottosuolo dell’albergo di lusso Morosani Posthotel a Davos, la località grigionese dove si svolge il World Economic Forum (WEF): vi sono stati lievi danni, ma nessuno è rimasto ferito, ha indicato all’ATS il portavoce della polizia grigionese Thomas Hobi. L’attentato è stato rivendicato da un gruppo di oppositori al WEF di estrema sinistra.

Nell’albergo non soggiornano membri del governo elvetico, contrariamente a quanto era stato indicato in un primo momento. “La sicurezza dei consiglieri federali non è stata messa in questione in alcun momento”, ha affermato Thomas Abegglen della Cancelleria federale.

La detonazione è avvenuta poco dopo le nove in un ripostiglio del sottosuolo e ha mandato in frantumi un paio di vetri di finestre, oltre a sprigionare del fumo. Le indagini sono svolte dal Ministero pubblico della Confederazione, come sempre avviene quando sono in gioco esplosivi. Stando ai primi accertamenti a causare la detonazione è stato un ordigno pirotecnico, ha indicato André Kraske, portavoce del governo grigionese.

Secondo fonti di stampa, al Posthotel alloggia la delegazione dell’UBS con il Ceo Oswald Grübel, mentre i consiglieri federali presenti al forum di Davos – Micheline Calmy-Rey, Eveline Widmer-Schlumpf, Doris Leuthard e Johann Schneider-Ammann – pernottano allo Schweizerhof, che pure appartiene alla famiglia Morosani. Entrambi gli alberghi sono situati sulla Promenade, la strada centrale di Davos. I consiglieri federali avevano soggiornato al Posthotel in anni passati.

“Abbiamo attaccato gli hotel Morosani a Davos con pirotecnica e zucchero. In questi alberghi sono alloggiati i consiglieri federali e i rappresentanti dell’UBS”, afferma sul portale informativo noglobal switzerland.indymedia.org un sedicente gruppo che si autodefinisce “Prospettiva rivoluzionaria”.

Nella rivendicazione si precisa che sono stati deposti “due ordigni pirotecnici” e che i timer sono stati “volutamente regolati a giovedì alle 6 di mattina” per “non mettere in pericolo i dipendenti”. Verosimilmente con scarsa perizia, visto che la detonazione è avvenuta tre ore dopo.

Il gruppo afferma inoltre di aver “integrato il serbatoio della nafta dell’hotel con dello zucchero”. Tuttavia il riscaldamento continua a funzionare normalmente e le riunioni previste hanno potuto tenersi senza intoppi, ha indicato la reception. Il direttore dell’albergo non ha voluto esprimersi sulla vicenda.

A portare l’ordigno pirotecnico nell’hotel è stato verosimilmente lo stesso gruppo che ha rivendicato l'”attacco” di ieri all’università di San Gallo, definita una scuola dei quadri del capitale. Anche in questo caso il gruppo si è mostrato poco professionale. Probabilmente pensando di avere a che fare con una sede appartenente all’università, i maldestri attentatori hanno preso di mira un ufficio della compagnia assicurativa Helvetia: la polizia ha trovato un oggetto fissato con nastro adesivo a una finestra dell’ufficio, dopo aver evacuato lo stabile.

Gli attivisti anti WEF che hanno rivendicato l’attentato di Davos hanno ammesso l’errore a San Gallo, rilevando tuttavia che anche l’assicuratore Helvetia “non è un bersaglio sbagliato”: la compagnia “ha annunciato nel primo semestre 2010 un utile di 157 milioni di franchi” mentre “molti lavoratori e lavoratrici non sono più in grado di pagare la propria assicurazione malattia”.

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