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ZH: bambini famiglia cecena espulsa chiedono permesso dimora

Un'immagine del 2014 mostra il permesso di dimora B (foto d'archivio). Keystone/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) I quattro bambini della famiglia cecena espulsa a inizio giugno, dopo che aveva trovato asilo un mese prima in una chiesa di Kilchberg (ZH), hanno chiesto il permesso di dimora e il ricongiungimento famigliare alle autorità di migrazione di Zurigo.

In Russia, dove i due genitori e i quattro figli vivono da due mesi, i bimbi riscontrato estreme difficoltà d’integrazione linguistica e culturale, si legge in un comunicato odierno del comitato hierzuhause.ch (a casa qui, ndr.) composto di 2600 persone provenienti da diverse regioni della Svizzera schieratesi a sostegno della famiglia. I bimbi non si sono ambientanti, non conoscono la lingua e hanno forte nostalgia di casa. “Una circostanza che può causare gravi conseguenze alla salute”, afferma il comitato nella nota.

Inoltre, nell’attuale luogo di residenza la famiglia vive nella costante paura di un intervento delle autorità. “Il timore nei confronti del regime ceceno ci accompagna continuamente”, afferma il papà citato nella nota. “Non vogliamo che i nostri bambini debbano crescere in un clima di tale insicurezza e inconsapevolezza”, aggiunge.

Secondo il comitato, i bambini non sono stati ascoltati dalle autorità come prevede il diritto svizzero vigente e la Convenzione dell’ONU sui diritti del fanciullo. Strappando i bimbi dal loro ambiente famigliare ed esponendoli ad un rischio non valutabile sono stati lesi i diritti dell’infanzia, sostiene il comitato.

Si tratta di un caso unico per la giurisprudenza svizzera, viene aggiunto. Non ha nulla a che fare con la procedura d’asilo e risulta di competenza del Dipartimento della sicurezza zurighese. Il consigliere di Stato Mario Fehr (PS) ha ora a disposizione tutti gli elementi necessari “per prendere l’unica decisione umanitaria corretta e approvare la richiesta”, si legge ancora nella nota.

Quasi cinque anni fa, dopo una lunga fuga, la famiglia ha chiesto asilo alla Svizzera sostenendo che il padre fosse stato torturato in patria e che la Cecenia rappresentasse un pericolo. Tre dei bambini hanno frequentato la scuola elementare o secondaria di Kilchberg. Il più giovane è nato in Svizzera. Il comitato descrive la famiglia come “cordiale e disponibile” oltre che “integrata perfettamente”. Tuttavia, nel 2014 il Tribunale amministrativo federale ha respinto in seconda istanza la richiesta d’asilo.

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