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Tutti ospiti di case patrizie e dimore storiche

La dimora del celebre pittore Balthus aperta al pubblico Keystone Archive

L'eccezionale opportunità di visitare monumenti storici abitati da privati viene offerta questo fine settimana in occasione delle Giornate europee del Patrimonio. Che sia una villa settecentesca, un dolder, un castello oppure un minareto, i suoi attuali occupanti ricevono il pubblico per spiegare come si vive in un edificio storico, quali suggestioni ma anche quali problemi di mantenimento comporta.

Nel 2000, ben 20 milioni di persone hanno visitato più di 32 mila monumenti in tutta Europa in occasione della giornata del Patrimonio. In Svizzera – dove il tema era l’anno scorso il rapporto tra residenze, strade e piazze – i visitatori furono 50 mila per un totale di 200 monumenti. Quest’anno, all’ottava edizione in cui il tema suona ancora più allettante, visitare case private di gran pregio generalmente chiuse al pubblico, si spera di poter ripetere se non superare le cifre dell’anno passato.

Chi abita in quella casa?

Quali erano gli usi cui questi edifici erano adibiti in passato? Forse dietro quei muri sono successi episodi romanzeschi … I proprietari e le guide sono a disposizione del pubblico proprio per raccontare aneddoti, pene (riscaldamento e pulizie) e delizie (lusso, carattere) dell’abitare in un monumento storico. In alcune residenze aperte al pubblico sono vissuti grandi artisti: nel canton Vaud, il Gran Chalet de Rossinière, dove abitò Balthus, uno dei pittori più famosi del xx sec. e il Manoir de Ban a Corsier-sur-Vevey, dimora di Charlie Chaplin.

“Quasi tutti l’hanno vista, quasi nessuno la conosce”. La frase si riferisce alla Saxer Haus di Berna: oggi l’edificio seicentesco ospita una scuola per infermieri, è stato un ospedale e si progetta di trasformarlo in dimora per anziani. Al contrario il castello della Poya a Friborgo, che offre la vista su uno dei più bei panorami della campagna circostante, è stato miracolosamente conservato anche grazie al fatto di appartenere da ben tre secoli alla stessa famiglia! In Svizzera più della metà degli edifici classificati come monumenti storici, sono in mano a privati.

Proprietari entusiasti

“Si tratta di persone che amano la loro casa e sono ansiosi di mostrarla al pubblico” spiega a Swissinfo Hannes Scheidegger, responsabile del Centro nazionale d’informazione per la conservazione dei beni culturali. “I proprietari hanno comunque dovuto fare alcuni preparativi, mettendo ad esempio gli oggetti più fragili e di maggior valore al riparo, perché nessuna assicurazione speciale è prevista durante la Giornata del Patrimonio.”

Uno degli scopi della manifestazione è proprio sensibilizzare i visitatori alla necessità di un contributo da parte della mano pubblica ai costosi restauri di una residenza antica. Se non fossero abitate, molte di queste case andrebbero in rovina: ma è chiaro che anche per un proprietario agiato i costi di mantenimento sono esorbitanti. “Un contributo della comunità serve proprio a preservare le testimonianze architettoniche di una determinata epoca per le generazioni future”, sottolinea Hannes Scheidegger.

Solenni o esotiche

Alcuni edifici di privati sono passati invece col tempo all’amministrazione pubblica: è il caso a Berna della famosa casa Von Wattenwyl in cui si tengono incontri politici e diplomatici ad alto livello e il Landsitz Lohn, residenza tardo classicistica ubicata nella campagna bernese, dove vengono albergati gli ospiti ufficiali del Consiglio federale. Tra le dimore più curiose inserite nell’elenco di case aperte, spicca la villa in stile di Minareto islamico che l’industriale del cioccolato Philippe Suchard si fece costruire intorno al 1865 a Serrières sul lago di Neuchâtel.

Ma non ci sono solo case patrizie da visitare. Anche le prime case a tetto piatto costruite sessant’anni fa dagli architetti modernisti zurighesi, o fattorie antiche, come l`Hameau di Sierre sono a disposizione del pubblico. In Ticino sono quattro gli edifici aperti al pubblico. La casa di Ferro a Minusio, costruita poco dopo la metà del ‘500 come caserma di arruolamento e castello privato e poi adibita a stazione di trasbordo di cereali e fattoria. La Villa Favorita, sede a Castagnola della collezione d’arte Thyssen-Bornemisza. La settecentesca Villa Negroni con annesso parco e giardino, che ospita un centro di studi bancari a Vezia; e il convento di Santa Maria dei frati cappuccini, a Sala Capriasca (Bigorio).

Raffaella Rossello

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