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Tutto cominciò con una lumaca

La teoria sui fondamenti biologici della memoria e dell'apprendimento è stata formulata da Erich Kandel, Nobel per la medicina e la fisiologia nel 2000, che ha studiato le connessioni neurali dell'aplysia.

Lo ha intervistato Maria Cristina Valsecchi.

L’aplysia è una grossa lumaca acquatica dal dorso chiazzato, di colore scuro. La caratteristica che la rende preziosa agli occhi degli scienziati è la semplicità del suo sistema nervoso, formato da appena 20.000 cellule di grosse dimensioni.

Anche un organismo “semplice” come l’aplysia è in grado di apprendere dall’esperienza?

Certamente. La capacità di apprendere dall’esperienza è un meccanismo fondamentale per garantire la sopravvivenza degli organismi animali, anche quelli più semplici.

Che cosa ha scoperto studiando la lumaca?

La lumaca di mare è dotata di una grossa branchia. Quando si sente minacciata, copre la branchia con una membrana di pelle, per proteggerla. Io e i miei collaboratori abbiamo tracciato una mappa delle connessioni tra i neuroni dell’aplysia.

Poi abbiamo stimolato ripetutamente la coda dell’animale, provocando ogni volta un’azione difensiva. Dopo un certo numero di stimolazioni, abbiamo osservato che i neuroni attivati si mostravano più ricettivi: le connessioni tra loro si erano rinforzate. Avevamo scritto un ricordo, o meglio un riflesso condizionato, nel sistema nervoso della lumaca.

Come si applicano all’uomo le sue scoperte?

Riteniamo che anche la memoria umana funzioni in base agli stessi meccanismi. I ricordi si imprimono sul cervello umano modificando la sua stessa struttura. È l’esperienza che rende ogni individuo profondamente differente da tutti gli altri, molto di più di quanto faccia il patrimonio genetico.

Due fratelli gemelli omozigoti, fisicamente identici, hanno il cervello strutturato in modo diverso in virtù delle differenti esperienze che hanno vissuto.

Intervista a cura di Maria Cristina Valsecchi

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