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Ubs: le prospettive per l’industria svizzera rimangono cupe

(Keystone-ATS) Restano cupe le prospettive per l’industria svizzera, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), mentre le aziende più grandi “fanno meno fatica”.

Dall’abbandono dalla soglia minima di cambio con l’euro, indica oggi UBS in un comunicato, il barometro delle PMI calcolato dalla grande banca è oscillato attorno al valore di -1 punti e si è abbassato a gennaio a -1,02 punti, dopo i -0,69 punti di ottobre dello scorso anno. Per le grandi imprese il barometro è invece migliorato da -0,80 di ottobre a -0,58 punti di gennaio, assestandosi leggermente al di sopra della media di -0,71 punti.

“Nell’attuale contesto economico, scrive UBS, le piccole e medie imprese hanno registrato maggiori difficoltà rispetto alle aziende che contano più di 250 dipendenti”.

A gennaio il livello produttivo si è abbassato per entrambi i gruppi aziendali. Per le PMI il trend al ribasso è rallentato, mentre per le grandi imprese è aumentato ininterrottamente. Anche il portafoglio ordini dall’estero è peggiorato per entrambi i gruppi: in questo caso le grandi imprese hanno comunque ottenuto risultati migliori rispetto alle PMI.

Entrambe le categorie stanno lottando contro l’abbassamento dei prezzi ed entro la fine dell’anno non è previsto che la situazione possa cambiare. Per l’anno corrente UBS stima un’inflazione al -0,4%.

Le imprese attive nell’edilizia prevedono un ulteriore raffreddamento dell’economia anche per il trimestre in corso. Il portafoglio ordini dovrebbe subire un nuovo arretramento e anche i ricavi dovrebbero avere uno sviluppo negativo. Nonostante questa tendenza al ribasso, la maggior parte delle imprese edili continua a giudicare buona la situazione economica.

Anche le aziende di servizi prevedono ricavi in calo nei primi tre mesi del 2016. Le imprese pronosticano inoltre un abbassamento dei prezzi anche nel secondo trimestre, ciò che potrebbe avere ricadute negative sulla futura situazione reddituale. Le grandi imprese nel settore del turismo, per la prima volta dall’abbandono del limite minimo di cambio, sono tornate a giudicare positivamente il loro andamento degli affari.

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