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Ueberlingen: richiesti i risarcimenti

In memoria: 71 persone persero la vita nella collisione tra i due aerei coinvolti Keystone

Le famiglie delle vittime russe chiedono 150 milioni di franchi di risarcimenti, circa due milioni a vittima.

Le responsabilità sono secondo gli avvocati da ripartirsi tra lo Stato tedesco, quello svizzero, Skyguide, la sua omologa tedesca e le due compagnie aeree.

Dopo la sciagura aerea del 1. luglio 2002 sulla sponda tedesca del Lago di Costanza, in cui erano morte 71 persone, le famiglie delle vittime russe chiedono 150 milioni di franchi di risarcimenti, circa due milioni a vittima. Ancora da stabilire in quale misura la Confederazione e la sua società di controllo aereo Skyguide saranno chiamate a pagare.

Le pretese finanziarie dovranno essere regolate tramite un fondo di risarcimento, ha indicato mercoledì l’avvocato delle famiglie Michael Witti in una conferenza stampa a Berlino. In mancanza di un accordo fra le parti, Witti e il suo collega Gerrit Williams sono decisi a rivolgersi ai tribunali.

Le responsabilità sono a loro avviso da ripartirsi tra lo Stato tedesco e quello svizzero, Skyguide, la sua omologa tedesca e le società cui appartenevano i due aerei coinvolti, ossia il corriere internazionale DHL e la compagnia russa Bashkirian Airlines.

Skyguide stupita

Skyguide ha reagito «con stupore» alle dichiarazioni di Witti, ha indicato all’ats la portavoce Rosemarie Rotzetter. La società di controllo aereo non ha finora ricevuto alcuna richiesta concreta e ha saputo soltanto tramite la stampa delle rivendicazioni finanziarie degli avvocati, le quali – afferma la portavoce – corrispondono più alle abitudini legali americane che europee.

Skyguide – aggiunge Rosemarie Rotzetter – si sforza da mesi di trovare una soluzione amichevole: trattative sono in corso con tutte le parti in causa. L’obiettivo è un «indennizzo adeguato» delle vittime.

I negoziati – rileva la portavoce – sono tuttavia molto complessi, anche per la mancanza di un trattato aereo tra Svizzera e Germania che faccia chiarezza in materia. Inoltre la questione delle responsabilità rimane tutta da chiarire. A suo avviso, la prima ad essere chiamata a pagare dovrebbe essere la Baskirian Airlines, che potrebbe a sua volta far ricorso alle assicurazioni aeree.

La parte della Confederazione

Anche la Confederazione partecipa alle trattative, ha indicato il responsabile della comunicazione del Dipartimento delle finanze Daniel Eckmann: lo scopo è di trovare, indipendentemente dalla questione delle responsabilità, una soluzione possibilmente semplice per soddisfare le giustificate richieste di un rapido indennizzo.

Eckmann non ha voluto commentare le rivendicazioni di Michael Witti, per non compromettere – ha detto – i negoziati in corso. Di solito non si usa tuttavia presentare tali esigenze a mezzo stampa, ha puntualizzato.

Smentite sul ritrovamento di altre due vittime

In tutto 71 persone avevano perso la vita nell’incidente, avvenuto nei cieli di Überlingen (D) in seguito a indicazioni imprecise di un controllore di volo di Skyguide.

Il numero è stato confermato dalla polizia locale, che ha smentito informazioni di stampa secondo cui da analisi del DNA sui resti umani ritrovati i morti risulterebbero essere 73. Tutte le vittime sono state formalmente identificate, non è dunque possibile che ce ne siano altre, ha precisato la polizia.

Nello scontro fra un Tupolev-154 della Bashkirian Airlines e un Boeing 757 cargo della DHL a circa 11mila metri di quota erano morti i 69 passeggeri e membri dell’equipaggio del primo aereo come pure i due piloti del secondo.

Sul Tupolev, proveniente da Mosca e diretto a Barcellona, viaggiavano anche una cinquantina di bambini e adolescenti provenienti da Ufa, capitale della Repubblica autonoma russa dei Baschiri (Bashkortostan), che si recavano in vacanza in Spagna.

swissinfo e agenzie

Secondo la società di controllo aereo Skyguide, che si è detta sorpresa della richiesta di risarcimento degli avvocati di una parte delle famiglie delle vittime, ogni discussione sui risarcimenti deve basarsi sul rapporto della commissione d’inchiesta, che non sarà pronto prima di settembre.

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