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Un ‘sì’ che ha valore di messa in guardia

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Approvando solo di stretta misura domenica l'introduzione del passaporto biometrico gli svizzeri hanno voluto lanciare un segnale chiaro al governo: con la protezione dei dati non si scherza, commenta la stampa svizzera.

All’indomani del fine settimana di votazioni, la stampa elvetica dedica i suoi commenti soprattutto al risicato ‘sì’ – “Una maggioranza casuale”, come titolano il Blick e Le Temps – con il quale gli svizzeri hanno accettato l’introduzione del nuovo passaporto biometrico.

“Alla fine gli svizzeri hanno privilegiato il loro attaccamento alla libertà di movimento. Ma il risultato è così striminzito che traduce un profondo scetticismo sulla gestione della biometria”, riassume il quotidiano vodese 24 Heures.

Il tempo passa, ma la diffidenza resta

“Le generazioni passano, ma nei geni del cittadino elvetico la diffidenza, nata vent’anni fa con lo scandalo delle schede e della polizia segreta P26, resta”, scrive dal canto suo La Liberté, secondo cui il risultato rappresenta un segnale chiaro, che dovrà essere tenuto in debita considerazione dal governo.

La Neue Zürcher Zeitung osserva che “non è stata tanto l’introduzione del passaporto biometrico che ha diviso la Svizzera in due campi quasi uguali, quanto piuttosto le postille della proposta”. “Concretamente – scrive il giornale zurighese – la registrazione delle impronte digitali del proprietario del passaporto in una banca dati centralizzata dell’Ufficio federale di polizia”.

Un argomento sviluppato anche dal Tages Anzeiger, secondo cui il parlamento adesso dovrà esaminare con serietà la proposta dei Verdi, che chiedono di introdurre la possibilità per ogni detentore di passaporto di domandare la cancellazione delle sue impronte dalla banca dati. “Basterebbe una sola frase nella legge, che non causerebbe il minimo problema né con gli Stati Uniti né con l’accordo di Schengen”, sottolinea il Tages Anzeiger.

Il governo “ha fallito”

I commenti non risparmiano inoltre l’operato del governo. Per l’Aargauer Zeitung, il risultato del voto di domenica rappresenta uno “schiaffo per l’establishement (…), che solo per caso non appartiene campo dei perdenti”. Un ‘establishement’ – governo e parlamentari navigati – che non ha “preso sul serio le paure della popolazione di essere schedata”.

Secondo il Corriere del Ticino, il governo avrebbe potuto agire diversamente, evitando così di far quasi naufragare il progetto: “Gli svizzeri amano la libera scelta: poter decidere liberamente fra un passaporto biometrico e uno normale (come hanno fatto diversi paesi europei, a cominciare dalla Germania) non avrebbe scatenato tanto sospetto e tanta ostilità da parte di larghi strati della popolazione”.

Il quotidiano romando Le Temps sottolinea dal canto suo che “nel paese del segreto bancario, dove si dà così tanta importanza alla protezione della sfera privata, lo Stato doveva rassicurare. Però ha fallito. E ciò che è peggio, ha contribuito per eccesso di zelo ad aumentare la diffidenza del cittadino, progettando di creare una banca dati centralizzata”.

In materia di passaporto biometrico e di protezione dei dati, il governo è sotto stretta sorveglianza: “Nessuno strappo sarà perdonato”, conclude Le Temps.

Per questa ragione, il Consiglio federale dovrà ora “dissipare i timori giustificati degli oppositori”, applicando con discernimento la nuova legge sul passaporto biometrico, scrive il Bund. La tentazione di aprire la banca dati a potenziali ricerche rimane grande, è il timore espresso dal giornale bernese.

“Un ministro al capolinea”

Il secondo tema in votazione – l’articolo costituzionale sul riconoscimento delle medicine complementari – è abbordato solo da alcuni quotidiani.

“Olio di ricino”, titola Le Matin, secondo cui con il voto di ieri “la popolazione ha inviato il messaggio di non voler più essere presa in ostaggio dalle minacce sull’aumento dei premi” dell’assicurazione malattia, ma di “volere un altro sistema sanitario”.

Secondo il Corriere del Ticino, “il segnale politico è chiaro: gli svizzeri vogliono il più ampio ventaglio di cure mediche di alta qualità per tutti, coperte cioè dall’assicurazione di base. In altre parole: risparmiamo pure su molte cose ma per favore non sulle cure mediche!”.

Per La Regione, “la popolazione non ha inteso firmare un assegno scoperto”, ma ha voluto indicare di volere “piuttosto che si persegua il contenimento dei costi senza rinunciare alla medicina alternativa, che aiuta, anche solo psicologicamente, quei ‘malati immaginari’ che causano più spese al sistema sanitario”.

Secondo il quotidiano ticinese, il risultato rappresenta però soprattutto un chiaro segnale di sfiducia nei confronti del ministro della sanità Pascal Couchepin, che ha sostenuto l’articolo costituzionale solo perché così ha deciso la maggioranza del parlamento. “Il consigliere federale Pascal Couchepin deve ormai riflettere seriamente sul fallimento della sua politica sanitaria e sull’opportunità di dimettersi”.

Daniele Mariani, swissinfo.ch

Passaporto biometrico

: 953’136 (50,1%)
No: 947’632 (49,9%)


Medicine complementari

: 1’283’838 (67%)
No: 631’908 (33%)

Partecipazione: 38,3%

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