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Un business plan per la riduzione del CO2

Per limitare il CO2 saranno incoraggiati progetti ecologici, come ad esempio l'impiego di pannelli solari Keystone

Per ridurre il CO2, la Fondazione «Centesimo per il clima» vuole investire in Svizzera 520 milioni, di cui 180 nel risanamento energetico degli edifici.

La Fondazione che gestisce questa manna finanziaria ha presentato venerdì il suo piano d’impiego, 4 mesi dopo l’introduzione del centesimo climatico.

Dopo l’introduzione, il 1. ottobre 2005, del «centesimo per il clima» (prelevato su benzina e carburante diesel), la fondazione preposta alla gestione del risultante introito ha svelato venerdì il suo piano d’impiego.

Oltre i due terzi delle entrate, il cui ammontare totale entro il 2012 è valutato a 740 milioni di franchi, dovrebbero essere investiti in progetti in Svizzera per ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2).

Duecento milioni sono invece destinati all’acquisto di certificati all’estero, secondo i principi del protocollo di Kyoto.

Risanamento degli edifici

La Fondazione «Centesimo per il clima» – che si prefigge di ridurre di 1,8 milioni di tonnellate all’anno le emissioni di CO2 nel periodo 2008-2012 – indica in un comunicato che dei 520 milioni di franchi da impiegare in Svizzera, 180 milioni saranno dedicati al risanamento energetico degli edifici (residenziali e commerciali), secondo il piano sottoposto alla Confederazione il 31 gennaio.

Altri 190 milioni saranno investiti in progetti destinati a migliorare l’efficienza energetica e a sviluppare le energie rinnovabili. «Progettiamo tre giri di gare d’appalto entro la fine del 2007», ha precisato Marco Berg, direttore della Fondazione.

80 milioni saranno invece assegnati per la realizzazione di progetti gestiti da diversi intermediari. I restanti 70 milioni formeranno infine una riserva strategica, la cui distribuzione sarà decisa nel 2008.

Certificati di emissione

Oltre a finanziare questi progetti nazionali, la Fondazione intende acquistare per 200 milioni di franchi certificati di emissione di CO2 all’estero per un massimo di 1,6 milioni di tonnellate annue.

Tali documenti danno il diritto di emettere anidride carbonica in cambio di riduzioni conseguite in un altro Paese.

In pratica, la Svizzera si impegna a realizzare progetti energetici all’estero, una soluzione molto più a buon mercato.

Centesimo climatico e tassa sul CO2

Il business plan proposto dagli ambienti petroliferi e automobilistici che formano la Fondazione, passa ora nelle mani del Dipartimento federale dell’ambiente, che ha tempo fino a marzo per esaminarlo e prendere una posizione in merito. Un piano definitivo sarà presentato il 30 giugno 2007.

Nel caso le misure intraprese dalla Fondazione non dovessero dimostrarsi efficaci, il Consiglio federale estenderà probabilmente la tassa sul CO2 (attualmente applicata sui combustibili) anche alla benzina.

La tassa sul CO2 per i combustibili (oli da riscaldamento) e il centesimo climatico per i carburanti dovrebbero contribuire a raggiungere, entro il 2010, l’obiettivo di ridurre del 10% le emissioni di CO2, rispetto a quelle degli anni ’90.

swissinfo e agenzie

Entro il 2010, la Svizzera prevede di diminuire le emissioni di CO2 del 10% rispetto ai valori del 1990 (conformemente al Protocollo di Kyoto).
Tra il 2008 e il 2012, le emissioni di anidride carbonica dovrebbero essere ridotte di 1,8 milioni di tonnellate l’anno.

In Svizzera una tassa pari a 1,5 centesimi (il cosiddetto “centesimo climatico”) è prelevata su ogni litro di benzina e diesel.

I 100 milioni di franchi annui generati da tale misura – acconsentita dagli ambienti economici – sono gestiti da una fondazione che riunisce l’Unione petrolifera svizzera, economiesuisse e il Touring Club Svizzero.

La fondazione finanzia i progetti energetici che dovrebbero consentire di ridurre le emissioni di CO2 in Svizzera di almeno 0,2 milioni di tonnellate all’anno.

All’estero, sostiene progetti per poter acquistare, in cambio, certificati di emissione per un massimo di 1,6 milioni di tonnellate l’anno.

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